Carburante, chi paga con carta di credito o bancomat risparmia: ecco perché

Alcuni rifornimenti al distributore di carburante possono diventare problematici. Cosa succede se quello versato nel serbatoio è liquido impuro?

 

Il carburante è un argomento che, nel linguaggio moderno, potrebbe essere definito da trend topic. Purtroppo non per questioni positive. Anzi, i rincari su diesel e benzina sono fra quelli che più fanno tremare i cittadini.

Carburante risparmio carta
Foto © AdobeStock

Le insegne luminose indicano prezzi quasi mai visti, almeno da dieci anni a questa parte. E la prospettiva a lungo termine non è per nulla rosea, visto che secondo gli esperti il periodo di aumento potrebbe allungarsi ancora per parecchi mesi. E’ chiaro che l’instabilità dei mercati per via della guerra, un quadro economico già compromesso dalla pandemia e, non ultima, la risalita dell’inflazione, abbiano creato le condizioni per una serie diffusa di rincari, soprattutto a monte. Ovvero sui costi delle materie prime. Questo non toglie che circolare in auto, anche prima della pandemia, ha conosciuto i suoi picchi negativi. E non solo per colpa delle cattive abitudini al volante.

Mettersi su strada, senza naturalmente applicare la dovuta prudenza, è il modo migliore per incorrere in severe e puntuali sanzioni. Dalle multe per divieto di sosta al mancato rispetto dei limiti di velocità, le occasioni per metter mano al portafogli sono parecchie. Tuttavia, il momento di fare rifornimento diventa un problema serio di questi tempi. Addirittura, il timore dei consumatori è che i costi del carburante, ormai quasi pari a 2 euro, possano portarsi a quota 3 se la crisi non dovesse rientrare. Uno scenario futuribile, poco probabile nel breve ma comunque non del tutto da escludere se non si verificasse qualche situazione per tornare a sperare in una flessione dei costi.

Carburante, chi paga con carta risparmia: ecco perché

Attenzione a quando si paga il carburante. Nonostante possa sembrare una procedura standard, qualche dettaglio potrebbe ancora non essere del tutto chiaro. Ad esempio, un pagamento tracciabile sarebbe consigliabile, a prescindere dall’importo e dalle nuove regole che vogliono il Fisco decisamente più attento alle transazioni dei cittadini. Considerando che nessun distributore di carburante concede uno scontrino ai pagamenti in contanti, nel caso (remoto) di un problema all’auto dopo aver fatto rifornimento, aver saldato con uno strumento tracciabile potrebbe consentire di essere risarciti. Anzi senza il condizionale, visto che il gestore del distributore deve garantire un carburante privo di impurità.

E’ chiaro che si tratta di situazioni limite. E il risparmio, in questo caso, è del tutto potenziale, in base agli eventuali danni subiti che verrebbero risarciti. A patto di poter dimostrare che, effettivamente, il danno in questione è riconducibile al carburante impuro. Una delle circostanze più frequenti riguarda la possibile presenza di acqua in quantità eccessiva che, soprattutto nelle auto elettroniche, verrebbe segnalata al guidatore come un’anomalia (basterebbe produrre una foto del display). Produrre la ricevuta di pagamento sarà la prova che il rifornimento è stato eseguito proprio in quel distributore. In alternativa, si dovrebbe ricorrere all’ausilio di testimoni. La certificazione dell’officina attestante il danno sarebbe la prova definitiva. Il conto dei danni, a quel punto, dovrebbe essere risarcito. Per risolvere il nodo dei rincari ci sarà da aspettare ancora.

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