Naspi, chi non presenta questo documento a marzo resta a secco

Attenzione ai dettagli. L’Inps richiede l’invio del cosiddetto Modello NASpI Com, nel quale indicare i redditi previsionali. Non a tutti però.

 

Di questi tempi non ci si possono permettere errori di distrazione. Specialmente su quei trattamenti che danno diritto a delle indennità precise, di fatto sostitutive dello stipendio.

Naspi marzo
Foto: Web

Nel mese di febbraio, molti percettori della Naspi erano rimasti a secco, come conseguenza per aver omesso la presentazione del Modello NASpI Com, prevista entro il 31 gennaio. Un documento importante, in quanto contenente (a beneficio dell’Inps) l’indicazione del reddito presunto nel 2022. Il risultato è stato lo stop provvisorio dell’erogazione dell’indennità di disoccupazione. Non certo un vantaggio per i percettori. E a marzo (qui per conoscere le date di erogazione), ora, rischia di accadere più o meno la stessa cosa. Dall’Inps iniziano a concretizzarsi i presupposti per un ulteriore stop, che andrebbe a gravare oltremodo su coloro che poggiano sulla Naspi come strumento di sostegno, in attesa di trovare una nuova occupazione.

Si tratterebbe, come il precedente, di uno stop provvisorio ma che, se non risolto in breve tempo, porterebbe ad allentamenti ulteriori delle erogazioni. La comunicazione del reddito presunto 2022 dev’essere effettuata tramite l’apposito modello (il NASpI Com), così da sbloccare l’impasse e tornare a ricevere i pagamenti. Precisiamo che non si tratta di una documentazione richiesta a tutti i beneficiari del sussidio ma solo a coloro che, nel corso del 2021, hanno prodotto redditi da lavoro autonomo o subordinato. In pratica, toccherà compilare il NASpI Com a chi, lo scorso anno, disponeva ancora di un contributo da lavoro ordinario.

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Il Modello in questione è un documento obbligatorio, in quanto fornisce all’Inps un aggiornamento della propria situazione reddituale previsionale, previsto anche in caso fosse pari a zero. Omettere di presentare la documentazione potrebbe provocare una prima sospensione dell’indennità concessa a favore del beneficiario al quale è richiesta, per poi incappare in rallentamenti anche per le erogazioni successive. Tutto dipende, naturalmente, dalle tempistiche impiegate per presentare il Modello. Attenzione anche a un altro dettaglio: l’Inps ha fatto sapere che, assieme al documento, dovrà essere specificato non solo l’importo del reddito previsionale ma anche la natura di questo.

La comunicazione non potrà quindi essere lavorata dall’Istituto di previdenza sociale se chi percepisce la Naspi, pur avendo inviato il modello, non dovesse aver riportato la provenienza dallo stesso. Nello specifico, basterà indicare se il denaro in questione proviene da lavoro subordinato o lavoro autonomo. Omettere anche questo passaggio comporterebbe le stesse conseguenze di una mancata presentazione del Modello complessivo. E, chiaramente, toccherà di nuovo armarsi di pazienza e provvedere a inoltrare nuovamente il dichiarativo, specificando tutti i passaggi richiesti. Solo a quel punto la dichiarazione sarà indicata come lavorabile e, dopo il completamento dell’iter richiesto, l’Inps tornerà nuovamente a erogare la Naspi. A questo punto, però, i pagamenti arriveranno non prima del mese di aprile.

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