Pagare con il POS: il negoziante può negare la transazione con bancomat?

I pagamenti con il POS debbono essere garantiti al cliente, altrimenti dal 2023 scatteranno sanzioni: ecco cosa dice la legge in proposito

In tema di pagamenti con il POS, forse non tutti sanno che sul commerciante grava l’obbligo di adeguarsi alle normative, munendosi di un dispositivo POS. I dettagli

Pos

Negli ultimi tempi lo Stato ha spinto all’utilizzo sempre maggiore del POS e di altri sistemi per assicurare il pagamento elettronico. Per raggiungere questo obiettivo, ha altresì introdotto specifiche agevolazioni a favore dei negozianti ed esercenti che dotano la propria attività commerciale di POS per il pagamento con carte bancomat e, in generale, strumenti tracciabili.

Ma vero è che ancora oggi moltissimi negozi o locali dedicati alla ristorazione non hanno un POS, anche nelle grandi città. La questione è del tutto evidente: gli incentivi sono presenti, ma molti commercianti ancora non si dotano di POS per il pagamento elettronico.

Ecco perché vale la pena rispondere alla seguente domanda: i commercianti possono rifiutare il pagamento con il POS? Ecco come stanno realmente le cose.

Pagamenti con il POS: la lotta all’evasione fiscale

Tantissime persone ignorano il fatto che il POS è obbligatorio, e da diversi anni, per tutti i negozi e attività che vendono prodotti e offrono servizi al pubblico. Si tratta di un obbligo per cui al momento non sono disposte sanzioni in caso di violazioni, ma lo Stato sta varando varie iniziative atte ad assicurare che più negozi e attività commerciali possibili rispettino questo dovere.

Il Governo attualmente sta infatti mettendo in campo distinte iniziative focalizzate a contrastare e limitare l’evasione fiscale e l’uso di denaro in contante in circolazione.

Per spingere in questa direzione sono state introdotte distinte regole per cui è obbligatorio il pagamento con metodo digitale, come la carta bancomat, ma anche via applicazione smartphone ad hoc o carte prepagate.

Ed è pur vero che le abitudini degli italiani, a poco a poco, stanno cambiando: grazie anche al pagamento con applicazioni web e agli acquisti via e-commerce, sempre più italiani oggi optano per i pagamenti elettronici al posto del contante.

Pagamenti con il POS: per chi vale l’obbligo?

Il POS da parte sua:

  • Garantisce la tracciabilità dei pagamenti compiuti, da parte de clienti presso un negozio fisico;
  • Assicura l’emissione dello scontrino cartaceo.

Non vi sono particolari dubbi a riguardo: oggi ogni negozio è obbligato a dotarsi di POS, ma non soltanto. Detto dovere attiene a tutte le attività di tipo commerciale, ossia quelle attività che offrono prodotti o beni di vario genere al pubblico. E ancora, anche coloro i quali lavorano presso fiere o mercati debbono garantire questo metodo di pagamento ai consumatori e clienti.

Per completezza, ricordiamo altresì che chi lavora con partita Iva come ad es. artigiani e commercianti, deve obbligatoriamente avere il POS per garantire ai cittadini la facoltà di pagare con metodi elettronici, quali carte e bancomat.

Ecco perché i soggetti appena citati non possono rifiutare un pagamento via POS (bancomat).

Non vi sono dunque particolari dubbi sull’obbligo di questo strumento. Ciò vale a maggior ragione se pensiamo alla previsione di sanzioni collegate a chi non rispetta le regole in materia.

Vero è che, sul lato pratico, quando si parla di obbligo di POS, le attività commerciali debbono sostenere una spesa aggiuntiva, al fine di dotarsi della nuova strumentazione. Nel dettaglio la spesa implica l’acquisto o il noleggio del dispositivo POS, l’eventuale installazione, le commissioni sui pagamenti, l’eventuale canone mensile. Dette spese certamente portano non pochi al rinviare l’acquisto di un POS.

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Pagamenti con il POS: gli incentivi per favorirne la diffusione

Lo abbiamo appena detto. Chiaro che questa somma di costi tende a condurre il negoziante a non munirsi di POS, nonostante quanto ricordato poco sopra. Tuttavia, occorre ribadire che lo Stato ha anche introdotto delle utili agevolazioni per queste spese. L’obiettivo è andare incontro ai titolari di negozi e attività di commercio.

Le istituzioni intendono incentivare da una parte l’utilizzo dei pagamenti elettronici da parte dei cittadini, con una limitazione al contante, mentre dall’altra vogliono incentivare i commercianti a dotarsi di una strumentazione valida per il pagamento con carta di debito. Pensiamo al limite 2022 all’uso di contante, recentemente modificato e di nuovo pari a 2mila euro con il decreto Milleproroghe.

In altre parole, questa è la cifra massima che un commerciante può accettare per un pagamento con banconote. Non ci sono particolari dubbi: per importi maggiori è obbligatorio procedere con un mezzo di pagamento elettronico. Ecco perché i negozi hanno bisogno del POS.

Non a caso ci sono agevolazioni come sconti per chi compra o noleggia un POS. Il credito di imposta ad hoc favorisce la diffusione di questo strumento antievasione fiscale.

Non bisogna poi dimenticare che sono state cancellate le commissioni su importi al di sotto dei 5 euro, per agevolare ancor più i commercianti e negozianti in generale e favorire i pagamenti tracciabili. Rimarchiamo infatti che la legge prevede l’obbligo per esercenti e professionisti di accettare i pagamenti con carta di credito o bancomat a partire dai 5 euro di spesa.

Sul fronte degli incentivi all’uso del POS, occorre ricordare altresì la cancellazione del bonus cashback e la conferma per il 2022 della lotteria degli scontrini. In particolare il cashback di Stato non è proseguito a causa dei numerosissimi casi di furbetti che hanno escogitato dei sistemi per aggirare le regole e aumentare le chance di vincita in modo illegittimo.

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Le sanzioni per chi non rispetta l’obbligo: rinvio al 2023

Nonostante le critiche del Codacons, che come è ben noto è associazione che difende i diritti dei consumatori, per quest’anno si registra un nuovo rinvio delle sanzioni, nei confronti di chi rifiuta i pagamenti con bancomat e carte.

Infatti, dobbiamo ricordare che in fase di conversione in legge del decreto Recovery – che includeva la novità – l’avvio vero e proprio delle sanzioni pecuniarie è stato posticipato di un anno, ossia al primo gennaio 2023.

L’importo della sanzione resta comunque fermo a 30 euro, più il 4% del valore della transazione.

Da rimarcare che essa sarà applicata a tutti coloro che già dovrebbero accettare carta e bancomat con un POS, e non lo fanno perché non si adeguano o sono contrari. In termini pratici, la regola riguarda tutti coloro che offrono prodotti e servizi al pubblico. Tra essi dunque abbiamo certamente gli esercenti e i liberi professionisti. Tuttavia vero è che già oggi l’obbligo di POS è una certezza, al di là della componente ‘sanzionatoria’.

Concludendo, ricordiamo che tutto ciò è stato concepito in chiara funzione anti evasione fiscale. Proprio quest’ultima è un problema tipico delle economie moderne. Ecco perché si spiegano regole come queste, per combattere chi continua a sottrarre miliardi di euro alle casse dello stato, e per favorire l’uso di mezzi di pagamento tracciabili, invece che l’utilizzo di monete e banconote. 

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