Superbonus, stop alla mini-proroga: il giro di vite fa tremare

Finito il tempo delle proroghe: da oggi non sarà più possibile effettuare doppie cessioni del credito per Superbonus e altri bonus edilizi. Cosa cambia per le imprese.

 

La data del 18 febbraio rischia di diventare un punto di svolta in negativo per quel che riguarda il Superbonus 110%. Da oggi, infatti, è attiva a tutti gli effetti la nuova normativa sulla cessione del credito.

Superbonus
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Stop alle cessioni multiple. La decisione era stata presa da tempo e, fin da subito, aveva incontrato le resistenze del settore edilizio, che rischia di trovarsi in una situazione di stallo estremamente rischiosa per alcune imprese. L’articolo 28 del Decreto Sostegni ter aveva concesso una piccola deroga, per consentire alle imprese di assorbire il colpo. Il problema è che, ora che la norma è operativa, centinaia di queste rischiano comunque di ritrovarsi con impegni già presi senza la possibilità di operare una doppia cessione del credito. Una frenata che, peraltro, il prossimo 7 aprile vedrà anche la scadenza della comunicazione delle opzioni relative alle spese sostenute nel 2021. Con un anticipo di 5 giorni, andranno presentate le asseverazioni all’Enea.

La stretta è stata decisa in un’ottica di monitoraggio. L’obiettivo è ridurre al minimo le procedure irregolari, dal momento che la procedura della cessione del credito, così com’era, scopriva il fianco a possibili truffe. Il giro di vite, però, potrebbe mettere in discussione anche la buona lena delle imprese virtuose. Da oggi, infatti, non sarà più possibile eseguire la procedura che vuole la cessione della somma posta in detrazione dalle imposte a un intermediario. Il quale, a sua volta, poteva venderla a soggetti terzi. Questo perché, come detto, più passaggi rendevano più probabili le operazioni illecite.

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Da questo momento, quindi, tutto è limitato a un solo passaggio. Il Superbonus, così come altri bonus edilizi, rischia quindi di frenare bruscamente. Anche il Governo sembra esserne consapevole, pur nella sua fermezza su una scelta che, come primo obiettivo, aveva quello di scongiurare le truffe ai danni dello Stato. Come spiegato dal ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, Mariastella Gelmini, c’è da evitare anche il rischio blocco: “È necessario agire subito perché l’Agenzia delle Entrate con un proprio provvedimento, aveva differito il termine per l’entrata in vigore della cessione unica al 17 febbraio”. Proprio da Forza Italia, peraltro, è arrivata la proposta di accordare le cessioni plurime incrementando le pene per i trasgressori.

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Una sorta di via di mezzo che, però, avrebbe di contro un nuovo allungamento dei tempi di controllo. Per il momento, quindi, alle imprese toccherà fare i conti con la riduzione al minimo dei passaggi per la cessione del credito. Da oggi, per esempio, salta la soglia di 10 mila per procedere senza visto e asseverazione. Già dal 24 febbraio, inoltre, sono attive le agevolazioni del 75% per la rimozione delle barriere architettoniche, da comunicare preventivamente. E’ l’unica variabile che consente ancora le cessioni multiple ma solo fino al 6 marzo. Al 7 di aprile, finirà anche il tempo per le comunicazioni relative al 2021 e ai residui 2020. Resta da capire se resterà o meno la scadenza al 16 marzo per la comunicazione della dichiarazione dei Redditi 2021 da parte degli amministratori di condominio. Anche se, teoricamente, il tutto dovrebbe spostarsi in una data posteriore almeno al 7 aprile.

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