Assegno unico 2022, occhio all’errore: il gesto che potrebbe costarvi caro

A partire dal 2022 in molti potranno beneficiare dell’assegno unico famigliare, ma occhio all’errore in quanto vi è un gesto che potrebbe costarvi caro. Ecco cosa c’è da sapere.

Alimentazione, vestiti, cibo, tempo libero e chi più ne ha più ne metta. Sono davvero tante le volte in cui ci ritroviamo a dover sborsare del denaro per acquistare beni e servizi di vario genere per noi e la nostra famiglia.

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Foto © AdobeStock

Sono tante, purtroppo, le famiglie che a causa dell’impatto negativo del Covid sull’economia si ritrovano alle prese con una gestione delle finanze personali alquanto complicata. In molti si ritrovano a dover fare i conti con delle minori entrate e proprio per questo motivo non stupisce che in tanti siano in attesa dell‘assegno unico famigliare, che farà il suo esordio proprio nel corso del 2022.

Tale misura, ricordiamo, è destinata alle famiglie con figli aventi un’età compresa tra i sette mesi della gestazione fino ai 21 anni di età, ovviamente se a carico dei genitori. I soggetti interessati, per poter beneficiare di tale assegno, devono provvedere a presentare apposita richiesta. Proprio in tale ambito si invita a prestare la massima attenzione, in quanto vi è un gesto che potrebbe costarvi caro. Ma di cosa si tratta? Entriamo quindi nei dettagli e vediamo tutto quello che c’è da sapere in merito.

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Assegno unico 2022, occhio all’errore: tutto quello che c’è da sapere

Essendo una misura nuova, che entrerà a pieno regime nel corso del 2022, è normale che siano ancora molti i dubbi in merito a tale tipo di prestazione, come ad esempio le modalità e tempistiche per richiedere l’assegno unico per i figli.

A tal proposito interesserà sapere che ad oggi sono state presentate oltre un milione di domande, con le prime erogazioni che avranno luogo a partire dal 1° marzo 2022. I soggetti interessati, ricordiamo, possono fare apposita richiesta a partire da gennaio fino a giugno 2022. In questo caso verranno riconosciuti anche tutti gli arretrati a partire da marzo.

Il pagamento, così come si evince dal sito dell’Istituto nazionale di previdenza sociale potrà avvenire su conto corrente bancario o postale, bonifico domiciliato presso sportello postale, libretto postale, conto corrente estero area SEPA, oppure carta prepagata con IBAN.

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In ogni caso, per ricevere il relativo pagamento è necessario che il conto indicato sia intestato al richiedente o all’altro genitore, in quest’ultimo caso, ovviamente, se si decide di ripartire l’importo. Entrando nei dettagli, sempre in base a quanto si evince dal sito dell’Inps, bisogna prestare particolare attenzione al conto corrente, onde evitare di incorrere in spiacevoli inconvenienti.

“L’ IBAN da inserire – infatti – deve essere attivo e correttamente intestato o cointestato alla persona che fa domanda per l’assegno unico. L’INPS non può accreditare l’assegno sul conto corrente di una persona differente da chi presenta la domanda“.

Per poi aggiungere: “È possibile comunque chiedere l’accredito dell’assegno unico su un conto corrente cointestato al beneficiario che ha presentato la domanda. Non è invece sufficiente essere delegati alla riscossione su quell’ IBAN“.

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Ma non solo, è fondamentale che il codice fiscale indicato nella domanda del soggetto richiedente corrisponda a quello che risulta alla banca. Nel caso in cui, invece, il soggetto richiedente sia il figlio maggiorenne, allora l’IBAN  “deve essere intestato al figlio maggiorenne che richiede la prestazione o cointestato a lui“.

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