Separazione o divorzio, la convenienza studiata a tavolino: come risparmiare nel 2022

Separazione o divorzio, qual è la scelta più conveniente nel 2022? Per rispondere occorre approfondire le norme in vigore per le coppie.

Motivazioni materiali possono spingere una coppia in crisi verso la separazione o il divorzio. Se si cerca la convenienza, qual è l’opzioni migliore per l’anno in corso?

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Una coppia in lite che decide di separarsi per poi arrivare al divorzio deve considerare alcune motivazioni materiali che potrebbero essere determinanti in relazione alla strada da percorrere. La fine di un rapporto rappresenta una ferita che incide nel profondo dell’animo le persone coinvolte. Si spezza una legame portato avanti per anni e le ripercussioni psicologiche sono rilevanti soprattutto per chi sperava fino alla fine nella possibilità di una riconciliazione. Oltre ai noti effetti, occorre considerare le conseguenze più venali legate ad assegni di mantenimento, pensioni di reversibilità e ai diritti di successioni. In questi termini è meglio restare separati o procedere con il divorzio?

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Separazione o divorzio, procediamo con ordine

Il primo passo da compiere nel momento in cui si decide di lasciarsi è firmare la separazione. E’ una tappa obbligatoria per arrivare, poi, al divorzio. E’ il periodo di tempo che la coppia deve utilizzare per capire se si intende realmente procedere con la fine del rapporto oppure se è stato un momento passeggero di incomprensione che può lasciare il posto ad una seconda opportunità. Separazione e divorzio incidono in maniera differente sui coniugi e sulla famiglia. Nello specifico, le diversità non riguardano l’assegnazione della casa coniugale oppure l’affidamento dei figli bensì aspetti più materiali come l’assegno di mantenimento, la pensione di reversibilità e i diritti di successione.

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Assegno di mantenimento, le differenze

Separazione o divorzio, meglio il primo se il riferimento è all’assegno di mantenimento. Se la coppia si separa, non ci sono limiti temporali da rispettare per passare, poi, al divorzio. I coniugi possono rimanere separati a vita accettando che il coniuge più forte dal punto di vista economico supporti l’altro coniuge con un assegno di mantenimento. Ciò accade anche in caso di divorzio ma alcuni dettagli fanno la differenza.

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La separazione prevede un importo dell’assegno maggiore in quanto è necessario per la legge che il coniuge possa mantenere lo stesso tenore di vita che aveva durante il matrimonio. In caso di divorzio, invece, è richiesto che l’assegno permetta unicamente una vita dignitosa. Il soggetto economicamente più debole, dunque, avrebbe vantaggi superiori rimanendo separato.

Pensione di reversibilità, meglio la separazione o il divorzio?

La Legge stabilisce che in caso di separazione, il coniuge che sopravvive ha pieno diritto alla pensione di reversibilità. La normativa, infatti, include tra i beneficiari dell’assegno pensionistico il coniuge, unito civilmente, separato consensualmente equiparato sotto ogni profilo al coniuge superstite – separato o non – e divorziato percettore dell’assegno di mantenimento e non risposato.

Ciò significa che in caso di divorzio si avrà diritto alla pensione di reversibilità unicamente non risposandosi oppure qualora il rapporto di lavoro alla base della pensione risulti essere antecedente al divorzio. Terza condizione è la ricezione dell’assegno di mantenimento.

Eredità, cosa occorre considerare

In caso di decesso di uno dei coniugi separati, la Legge prevede che il superstite venga considerato erede naturale come se il matrimonio fosse ancora in atto. Di conseguenza, chi rimane in vita ha il diritto di ricevere la propria quota ereditaria prevista dalla normativa. Divorziando, invece, il superstite non avrà alcuna quota ereditaria spettante.

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