Bonus psicologo, il sussidio che in tanti vorrebbero ma che nessuno concede

Il bonus psicologo sta facendo discutere, ma dopo lo stop da parte del Governo è arrivata anche un’altra bocciatura che non fa ben sperare

Nella Legge di Bilancio 2022 non è stata inserita la misura tanto attesa da molti cittadini. È stata definita come risposta sbagliata ad un bisogno giusto

Bonus psicologo
Fonte Pixabay

Il Covid-19 non ha generato solo problematiche di carattere sanitario ed economiche, bensì da dato vita anche a diversi scompensi psicologici. La situazione di continua incertezza, le diverse morti registrate, le restrizioni e tante altre tematiche connesse hanno creato un senso di scoramento in molte persone.

Per questo più di qualcuno ha deciso di rivolgersi a degli psicologici per cercare di far fronte all’anomala situazione. Come però è ampiamente noto, la terapia presso uno specialista richiede un dispendio di denaro che non tutti si possono permettere, ragion per cui è stato richiesto a più riprese un incentivo da parte delle istituzioni.

Bonus psicologo? Ecco che fine farà l’incentivo che tutti aspettavano

Bonus psicologo: dopo la bocciatura del Governo arriva anche quella della Regione Lazio

Il bonus psicologo però non è mai decollato definitivamente. Alcuni parlamentari avevano spinto in tal senso, ma alla fine è stato eliminato dalla Legge di Bilancio 2022. L’idea era quella di dar vita a due strumenti, ovvero il bonus psicologo avviamento e il bonus psicologo sostegno.

Nel primo caso il contributo era di 150 euro da destinare ai cittadini maggiorenni che prima dell’avvento del coronavirus non hanno avuto problemi psicologici e di conseguenza non hanno mai avuto accesso ad agevolazioni del genere. Il secondo invece sarebbe stato decretato in base all’ISEE del richiedente e nella migliore delle ipotesi poteva arrivare a 1.600 euro all’anno. 

Covid, bonus psicologo in arrivo: tutto quello che c’è da sapere

Dopo il nulla di fatto a livello governativo, la Regione Lazio ha provato a fare qualcosa per dare nuova linfa all’idea. Il presidente Nicola Zingaretti lo ha dichiarato in prima persona con un post sui social.

Peccato però che la Consulta regionale per la salute mentale non abbia preso a cuore la questione e abbia deciso all’unanimità di bocciare il provvedimento. La motivazione è stata la seguente: “Si tratta della risposta sbagliata ad un bisogno giusto”. 

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