Autostrade, il Cashback è pronto: ecco dove viaggia il rimborso

Il Cashback di Autostrade per l’Italia entra in vigore su alcune tratte precise. Ma la questione privacy non convince Assoutenti.

Tutto pronto per il nuovo sistema Cashback autostradale. L’altra variante dei rimborsi ancora attiva, nonostante la soppressione del meccanismo statale.

Cashback autostrade
Foto © AdobeStock

A introdurlo era stato il Governo Conte. A depennarlo quello Draghi, senza nemmeno troppi rimpianti da parte dei contribuenti visti i risultati ottenuti. Le risorse, come è stato reso noto, saranno riconvertite per altre forme di assistenza. Per il resto, ci si affiderà a versioni alternative, come quella proposta da Poste Italiane per i clienti PostePay e, per l’appunto, quella di Autostrade. In questo caso si tratta di un rimborso vero e proprio, nel senso che il Cashback andrà a compensare eventuali spese aggiuntive per il carburante dovute a cantieri e rallentamenti. E’ ovvio che il tutto dovrà essere provato e che non su tutte le autostrade sarà possibile ottenere il rimborso.

E’ stata comunque diramata una lista dei collegamenti autostradali che consentiranno di partecipare al meccanismo, così da sapere quando effettivamente tornerà indietro quanto sperperato in carburante. Le disposizioni in merito indicano chiaramente che gli automobilisti avranno diritto a un rimborso tra il 25% e il 100% sul pedaggio, qualora la marcia sia ritardata perlomeno di 15 minuti da cantieri stradali e altri inconvenienti simili. Il calcolo considererà la lunghezza del viaggio e le tempistiche stimate fra i caselli autostradali.

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Autostrade, quando scatta il rimborso Cashback

Il meccanismo è abbastanza semplice. Su un tragitto di 29 chilometri, ad esempio, per un ritardo compreso fra 15 e 120 minuti il rimborso sarà del 100%. Un 75% del pedaggio, invece, sarà risparmiato per ritardi fra 15 e 29 minuti su un percorso tra 30 e 49 chilometri. Il 100% sarà consentito solo per ritardi superiori. Se il rallentamento avrà comportato un ritardo inferiore a 29 minuti su un tragitto superiore a 150 chilometri, il rimborso non sarà concesso. Invece, su percorsi superiori a 500 chilometri e un ritardo fra 90 e 119 muniti, si avrà un Cashback del 25%, mentre sarà del 50% con oltre 120 minuti (verificabili). Le condizioni saranno comunque le medesime.

Il meccanismo scatterà sui percorsi con ingresso e uscita sulla rete Autostrade per l’Italia (ma anche con uscita su altra concessionaria o con ingresso da essa e uscita su Autostrade). Inoltre, il Cashback scatterà anche sui percorsi con ingresso e uscita su una concessionaria diversa da Aspi ma con attraversamento di un circuito che ne fa parte. Unica limitazione, i tragitti soggetti al pagamento del pedaggio con sistema aperto, ai cui viaggiatori non sarà concesso il rimborso. Si tratta, nello specifico, di tratte sulle quali il pedaggio è standard al casello, dove non si ritirerà il biglietto. Un esempio piuttosto calzante è quello del Grande Raccordo Anulare di Roma o la Milano Sud-Milano Tangenziali.

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Nodo privacy

Al fine di verificare il diritto al rimborso, i veicoli passeranno sotto dei cavalletti sui quali saranno installati dei dispositivi che fotograferanno veicolo e targa. I dati verranno poi trasmessi al server di elaborazione dei dati che, a sua volta, identificherà il proprietario del veicolo e l’importo del pedaggio. Per partecipare al meccanismo di rimborso, il ritardo dovrà essere perlomeno di 15 minuti. Va detto però che il sistema non convince alcune associazioni. Assoutenti in testa, che ha fatto appello al Garante per la protezione dei dati personali affinché verifichi l’eventuale possibile violazione della privacy degli automobilisti. Nel mirino c’è l’app Free to X, ovvero quella utilizzata da Autostrade per il Cashback.

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