Prelievi e versamenti, il Fisco fa le pulci: occhio all’altalena del denaro

Più operazioni, più controlli. L’Agenzia delle Entrate alza il tiro e aumenta le verifiche, sui prelievi ma soprattutto sui versamenti.

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Il 2022 del sistema fiscale conoscerà diverse novità e non tutte volte a sgravare i contribuenti dal peso delle incombenze. Come abbiamo avuto modo di evidenziare, già a partire da gennaio le cose si sono fatte difficili: il Fisco ha alzato l’asticella dei controlli e, nel frattempo, è stata disposta una severa limitazione all’uso dei contanti, rafforzando parallelamente gli strumenti di monitoraggio su versamenti e prelievi. E proprio su questo piano, il rigore dell’Agenzia delle Entrate inizia a essere severo. Specie perché, al di là della verifica sugli importi, movimenti sospetti verranno prontamente segnalati alle Autorità anti-riciclaggio. Il che significa la necessità di un’attenzione massima sull’utilizzo del denaro, anche se guadagnato onestamente.

I versamenti sul conto corrente di importi superiori a 1.000 euro potrebbero essere automaticamente segnalati per eseguire dei controlli. Ed eventualmente chiedere dei giustificativi. Un modo per incrementare la vigilanza sulle possibili operazioni di riciclaggio del denaro, oltre che per limitare gli impatti dell’evasione fiscale laddove i riscontri evidenzino discrepanze fra tenore di vita e denaro circolante. I prelievi, d’altronde, saranno già di per sé monitorati, tramite le limitazioni poste su quantitativi e sportelli Atm. Il problema principale riguarda proprio i versamenti e l’eventuale incertezza sulla provenienza del denaro.

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Prelievi e versamenti: quando scattano i controlli

Versare una somma eccessiva è il caso più eclatante in grado di far scattare delle verifiche. Questo perché, trattandosi di importi incongruenti rispetto alle regolari entrate e uscite, il Fisco potrebbe aver necessità di verificarne la provenienza, così da scongiurare le ipotesi di attività illecite. L’Agenzia delle Entrate, da parte sua, intensificherà il raffronto con i dati in suo possesso tramite le dichiarazioni reddituali. Le limitazioni ulteriori introdotte al denaro contante, infatti, influiranno solo in parte sullo scorrimento dei soldi nelle attività quotidiane. L’abbassamento della soglia a 999,99 euro per i pagamenti massimi andrà a interessare perlopiù le piccole imprese, le quali dovranno ricordare che eventuali sconfinamenti faranno scattare la segnalazione all’Unità di informazione finanziaria (Uif). In caso di irregolarità accertate, le sanzioni spaziano da un minimo di 1.000 a un massimo di 5 mila euro.

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Il discorso della tracciabilità rientra a pieno titolo nel quadro stringente del Fisco. Senza contare che la limitazione ai contanti si estende anche ai pagamenti frazionati, specie se fatti con cadenza prestabilita e in un lasso di tempo circoscritto. Il limite di 1.000 euro non si applicherà a prelievi e versamenti ma restano le sanzioni per chi trasgredisce le norme sui pagamenti, anche fossero privati cittadini. Del resto, già negli ultimi anni l’Agenzia delle Entrate ha alzato l’asticella delle verifiche. E, nel triennio 2021-2023, si conta di raggiungere la quota monstre di 390 mila. Oltre ad altre 170 mila in collaborazione con la Guardia di Finanza. L’obiettivo è il recupero di circa 16 miliardi di euro di gettito. In questo senso, i controlli si estendono anche alle operazioni bancarie, specie se effettuate in istituti di credito diversi rispetto a quelli in cui si è correntisti.

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