Evasione fiscale, occhio ai social network: il Fisco legge i nostri messaggi

Pessime notizie per gli evasori fiscali. Il Fisco, infatti, è pronto a dare il via a controlli sempre più serrati grazie all’utilizzo dei social network. Entriamo quindi nei dettagli e vediamo cosa c’è da sapere in merito.

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Foto © AdobeStock

Gli ultimi due anni sono stati segnati dall’impatto del Covid che continua, purtroppo, ad avere delle ripercussioni non indifferenti sulla vita di tutti noi, sia dal punto di vista sociale che finanziario. Al fine di contrastarne la diffusione abbiamo dovuto cambiare molte nostre abitudini, così come dimostra l’utilizzo sempre più massiccio dei vari dispositivi tecnologici. Grazie a quest’ultimi, d’altronde, abbiamo la possibilità di comunicare in qualsiasi momento, in modo facile e veloce con amici, parenti e aziende che si trovano in ogni angolo del pianeta.

Che si tratti di foto, piuttosto che video, in effetti, è sempre più diffusa la moda di condividere momenti della propria vita privata o professionale con i vari utenti con cui si instaurano delle relazioni social. Delle azioni di per sé semplici, che potrebbero rivelarsi nel giro di poco tempo un’arma a doppio taglio. A visualizzare i vari post che pubblichiamo sui social, infatti, a breve potrebbe pensarci anche il Fisco. Quest’ultimo, infatti, sembra pronto a sfruttare le varie piattaforme digitali al fine di verificare, ad esempio, la congruenza con le dichiarazioni dei redditi. Entriamo quindi nei dettagli e vediamo cosa c’è da sapere in merito.

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Evasione fiscale, occhio ai social network: tutto quello che c’è da sapere

La lotta all’evasione fiscale si rivela essere una delle principali piaghe della nostra società, tanto da essere al centro dell’interesse del Fisco. Da qui la necessità di attuare delle misure ad hoc, con il governo che potrebbe a breve introdurre delle importanti novità per quanto riguarda i pagamenti. Ma non solo, a breve l’Agenzia delle Entrate potrebbe sfruttare i social network al fine di controllare eventuali reati di evasione fiscale.

Una decisione che sembra avere come modello la Francia la cui legge di Bilancio 2020, così come riporta IlGiornale.it, ha dato alle autorità fiscali “la facoltà di controllare la veridicità delle dichiarazioni fiscali attraverso le informazioni presenti sui social network e le piattaforme web“. Si tratta del cosiddetto Socialometro. Uno strumento che non riguarda solo la Francia, ma anche il nostro Paese. Anche in Italia, infatti, il Fisco sembra pronto ad accedere alle nostre informazioni social in modo tale da effettuare le opportune verifiche.

Evasione fiscale, social network e privacy: cosa c’è da aspettarsi

Come è facile intuire l’utilizzo dei social network al fine di effettuare controlli sui vari contribuenti non potrebbe aver luogo senza l’approvazione da parte del Garante per la protezione dei dati personali. Tuttavia, proprio come fatto sapere dal Fisco francese, potrà utilizzare i dati che risultino liberamente accessibili e resi di dominio pubblico da parte dello stesso utente.

Allo stesso tempo, inoltre, è bene sapere che in base a quanto si evince da un documento del Ministero dell’Economia – Dipartimento che struttura gli obiettivi della riforma dell’amministrazione fiscale prevista dal Pnrr, non si esclude la possibilità che l’Agenzia delle Entrate possa utilizzare le varie foto e video pubblicate sui social per svolgere l’attività di accertamento dei redditi del contribuente.

In questo modo, infatti, sarà possibile contrastare l’evasione fiscale. Questo in quanto il Fisco potrà ad esempio verificare, in caso di anomalie, se il locale dove una persona è andato a mangiare sia o meno consono ai redditi dichiarati.

Evasione fiscale, cosa prevede il PNRR e l’importanza dei social

Ma non solo, potrà verificare come una persona abbia effettuato i pagamenti e se il ristoratore abbia o meno provveduto ad emettere regolare fattura con tanto di Iva. In base a quanto si legge nel testo del PNRR, infatti: “Un maggior sfruttamento delle nuove tecnologie e strumenti di data analysis sempre più avanzati possono favorire l’acquisizione di informazioni rilevanti per effettuare i controlli mirati dell’amministrazione finanziaria sui contribuenti e possono stimolare un aumento dell’adempimento spontaneo e una riduzione del tax gap“.

Al fine di realizzare questi obiettivi “occorre migliorare la capacità operativa dell’amministrazione fiscale attraverso l’assunzione di data scientists che consentirà non solo il ricambio intergenerazionale, ma l’impiego di professionalità più specializzate per l’utilizzo dei nuovi strumenti. In particolare, per realizzare progetti di analisi avanzata dei dati attraverso l’applicazione di tecniche sempre più avanzate come intelligenza artificiale, machine learning, text mining, analisi delle relazioni“.

Evasione fiscale, occhio agli avvisi tramite sms: importanti cambiamenti in vista

Sempre in tale ambito, inoltre, ricordiamo che in base a quanto si evince dalla circolare numero 1/2018 della Guardia di Finanza, è possibile “cercare elementi utili non risultanti dalle banche dati“, con “particolare attenzione alla consultazione delle fonti aperte (articoli stampa, siti internet, sociale network) al fine di acquisire ogni utile elemento di conoscenza sul contribuente da sottoporre a controllo e sull’attività da questi esercitata

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Ma non solo, memori del famoso “Fisco amico” del governo Renzi con gli avvisi via sms per invitare a rivolgersi all’Agenzia delle Entrate per discutere di eventuali irregolarità constatate, il PNRR prevede che “alcune tipologie di comunicazioni inviate possano essere titolo idoneo per la riscossione degli importi evasi in casi di inerzia del contribuente a seguito della notifica“. In base alla riforma prevista dal PNRR, pertanto, anche gli avvisi tramite sms potrebbero essere equiparati a titolo di riscossione.

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