Pensioni rivalutate: a quanto ammontano gli aumenti e chi sono i beneficiari

La rivalutazione delle pensioni porterà aumenti dell’assegno ma non tutti i pensionati saranno beneficiari del pieno incremento.

rivalutazione pensioni 2022
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Da gennaio assisteremo alla rivalutazione delle pensioni per l’adeguamento dell’importo all’aumento del costo della vita. L’inflazione porta scompiglio e il Governo cerca di arginare i rincari mettendo mano al sistema pensionistico. In generale, circa 22 milioni di pensionati potranno notare un incremento medio dell’1,7% lordo. Non tutti, però, godranno della piena valutazione dato che la misura tiene conto delle differenti fasce di reddito di appartenenza.

Rivalutazione delle pensioni, ecco gli aumenti previsti

I cedolini della pensione del mese di gennaio rallegreranno tanti cittadini. Sono previsti, infatti, aumenti dell’1,7% basandosi sulla perequazione annuale ma non tutti potranno gioire. La rivalutazione porterà incrementi dato che a partire dal 2022 il pareggiamento dei conti sarà distribuito su tre fasce di reddito limitando le penalizzazioni.

Lo schema di riferimento riporta la rivalutazione piena per importi pensionistici fino a 4 volte il trattamento minimo; il 90% dell’inflazione per pensioni comprese tra 4 e 5 volte il trattamento minimo e il 75% per importi che superano di 5 volte il trattamento minimo. Ricordiamo che il trattamento minimo per l’anno in corso è di 515,58 euro. Di conseguenza, gli incrementi previsti per il 2022 sono di 25,50 euro per importi da 1.500 euro; di 34 euro per importi da 2 mila euro; di 43,88 euro per 3 mila euro e di 61,08 euro dai 4 mila euro.

Le fasce di reddito di riferimento, più precisamente, sono fino a 2.062,32 euro; tra 2.062,32 e 2.577,90 euro e oltre i 2578 euro.

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Chi sono i beneficiari degli aumenti

La perequazione si applica per l’adeguamento al costo della vita e ha lo scopo di proteggere il potere di acquisto delle pensioni. L’applicazione fa riferimento a tutti i trattamenti pensionistici che vengono erogati dalla previdenza pubblica, dalle gestioni sostitutive, dalle gestioni dei lavoratori autonomi, dalle gestioni esonerative, aggiuntive e integrative. In più si applica alle pensioni dirette e ai superstiti con pensione di reversibilità non considerando l’integrazione al trattamento minimo.

L’adeguamento si avrà a partire dal 1° gennaio 2022 e farà riferimento agli aumenti dell’indice annuo dei prezzi a consumo stabilito dall’Istat. La percentuale dell’1,7% vale per il 2022 mentre dal 2023 potrebbe cambiare in vista di un nuovo conguaglio che potrebbe aumentare ulteriormente l’importo del cedolino della pensione.

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