Bollo auto, attenzione prima di pagarlo: alcuni veicoli potrebbero finire in garage nel 2022

Il possibile blocco dei motori Euro 4 mette in dubbio anche il Bollo auto per alcuni veicoli. Ecco come si potrebbe procedere a partire dal prossimo anno.

Bollo auto interessi
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Ultimi giorni per saldare il Bollo auto del 2021, con la consapevolezza che a partire dal prossimo anno potrebbero esserci interessanti novità per la tassa sui veicoli. Anche se non esattamente positive. Non che questo stupisca trattandosi di una tassa. Ma c’è da dire che i cambiamenti in arrivo riguarderanno non tanto il Bollo in sé, quanto i veicoli sui quali è applicato. A partire dal 2022, infatti, è attesa una stretta sulle auto ritenute troppo inquinanti, con possibilità concrete di messa al bando dei motori Euro 4 all’interno delle fasce verdi delle città. Una mossa volta a rispettare i nuovi parametri europei sulla salvaguardia ambientale.

Non sarebbe del tutto una novità, visto che le restrizioni sui veicoli inquinanti sono in vigore già da tempo. Questa volta, tuttavia, l’estensione del divieto potrebbe essere permanente e non più legata alle sole domeniche ecologiche o ai periodi di targhe alterne. Per questo, prima di pagare il Bollo auto, potrebbe essere il caso di verificare che, nel 2022, sarà effettivamente possibile circolare con il proprio veicolo. Chiaramente servirà più tempo per capire quali saranno, effettivamente, i provvedimenti presi. Anche considerando che il Bollo è una tassa regionale e che le regioni stesse si riserveranno diritti decisionali in merito ai blocchi.

Bollo auto, la possibile svolta green del 2022: cosa c’è da sapere

Procedere al pagamento del Bollo auto, quindi, presume capire innanzitutto se effettivamente al nostro veicolo sarà consentito di circolare. In questo senso, interviene la normativa europea sulle classi inquinanti delle auto, differenziate in base alle emissioni di Co2 in g/km. Considerando che l’obiettivo è arrivare a metà secolo a emissioni zero, l’Europa ha dato come prima scadenza il 2035 per mandare in pensione tutte le auto con motori troppo inquinanti. Un processo che richiederà necessariamente del tempo, dal momento che (solo per quanto riguarda l’Italia) mettere al bando circa 10 milioni di automobili tutte insieme potrebbe essere complicato. Non solo per i tempi ma anche per l’impossibilità per molti contribuenti, nel breve, di procurarsi veicoli elettrici o ibridi a prezzi ragionevoli.

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Per quanto riguarda la categorizzazione dei motori inquinanti, per ora continua a far fede quella vigente. Ossia

  • Euro 0 – immatricolazione precedente al 31/12/1991;
  • Euro 1 – dall’1/01/1993;
  • Euro 2 – dall’1/01/1997;
  • Euro 3 – dall’1/01/2001;
  • Euro 4 – dall’1/01/2006;
  • Euro 5 – con omologazione dall’1/09/2009 e immatricolate dall’1/01/2011;
  • Euro 6 – che a sua volta si divide in: Euro 6a – auto immatricolate dal 1/01/2013; Euro 6b – auto immatricolate dal 1/01/2015; Euro 6c – auto immatricolate fino al 31/08/2017; Euro 6d con omologazione all’1/09/2019; Euro 6d standard – veicoli immatricolati dall’1/01/2020.

Chi siede alla guida di veicoli categorizzati fino a Euro 4, nel 2022 potrebbe essere letteralmente lasciato a piedi. Alcune Regioni (Piemonte in primis, in quanto coi maggiori livelli di inquinamento atmosferico) hanno già disposto delle normative in tal senso. Le altre potrebbero seguirle presto. A meno che non si giunga a una soluzione di compromesso per non bloccare 10 milioni di veicoli con un’unica mossa.

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