L’enologo: fare soldi lavorando a servizio del vino, tra cantine e laboratori

L’enologo rappresenta oggi una delle colonne portanti, di un mondo, quello del vino, che incarna alla perfezione l’eccellenza italiana e la nostra immagine nel mondo. Ecco come diventarlo.

Essere un enologo oggi
Essere un enologo oggi: i segreti del mestiere

C’era una volta il contadino che pigiava l’uva con i piedi per trasformarla nel “nettare degli Dei”. Ne è passato di tempo da allora, eppure i “mestieri” moderni legati alla produzione del vino, come l’enologo, direttamente collegati a studio, ricerca, conoscenze scientifiche, norme igieniche rigorose, non dovrebbero mai perdere di vista, oggi, quel modo sincero, spassionato, quel “pathos” con cui una volta si produceva vino.

Il settore enogastronomico rappresenta in assoluto uno dei motori dell’economia nazionale. Accanto al food, il panorama di tutto ciò che è legato all’enologia e al vino in Italia è business allo stato puro.

Vino di qualità e ristorazione: binomio perfetto

Una ristorazione di livello medio-alto non può funzionare senza una propria cantina d’eccezione. Qualsiasi obiettivo un locale “di livello” si ponga, la qualità dei piatti non può prescindere da una bottiglia, da un buon vino, che sappia accompagnare, coccolare, conquistare il cliente.

La nascita, o sarebbe meglio dire la rinascita del concetto del bistrot alla francese, reinterpretato all’italiana, nel mondo della ristorazione, rappresenta anche in qualche modo la ricerca del momento.

L’aperitivo italiano: bianco, rosso o bollicina, il vino primeggia

L’aperitivo italiano è legato a filo diretto alla qualità del buon bere e del vino. Nel nostro Paese, rispetto ad esempio al Nordamerica, il fascino delle miscelazioni e dei cocktails, seppur in grande ascesa, lasciano spazio a un calice di rosso, bianco o a un bollicina d’autore da accompagnare ad un entrèe.

La vecchia vineria, con il tagliere di salumi, lascia il posto a vere e proprie “cantine con tavoli a sedere”, dove addirittura il vino diventa protagonista assoluto rispetto al cibo. Il discorso si capovolge, il cliente entra prima di tutto per bere. Chiede una vasta scelta. Il vino italiano è qualità, è eccellenza, è ricerca. Soprattutto è storia di territori straordinari, è cultura.

Vino, Made in Italy ed export

E poi negli ultimi anni abbiamo addirittura superato la Francia nell’export dei vini. Il vino italiano all’estero è ancora di più “deus ex machina” della nostra economia.

E non è un caso che negli ultimi 20 anni siano aumentati in modo esponenziale gli investitori nel settore del “buon bere”, a partire da personaggi dello spettacolo che hanno deciso di trasformare la propria vita dedicandosi alla produzione di vino.

Tutti i mestieri del vino: essere enologo

Non è un caso quindi che gli eventi fieristici del vino siano sempre più numerosi e in tal senso, oltre al ristoratore, e al produttore, interessati quindi direttamente all’acquisto e alla vendita di etichette d’autore, siano sempre più maturati, per i giovani, mestieri che ruotano intorno al mondo dell’uva e del vino.

Attenzione, oggi le professionalità legate al vino sono decisamente 2.0. Prima di tutto fioccano i percorsi universitari legati all’acquisizione di conoscenze e professionalità legate all’enologia. In secondo luogo, se la fanno da padrone ricerca e studio, non da meno è la risposta del mercato, che ricerca e premia sempre di più figure professionali legate al mondo del caro vecchio “Dio Bacco”.

Enologo oggi: le basi della professione

E se il vino è emozione, è convivio, è aggregazione sociale, non si può non dare importanza a chi il vino lo produce ogni giorno, a partire dalla coltivazione dell’uva, dalla sua nascita e dalle trasformazioni che ne derivano. In un processo che negli ultimi anni sposa e abbraccia sempre di più concetti come il bio, la sostenibilità, la valorizzazione delle risorse naturali di un territorio.

Anche perché la produzione di vino torna indietro, così come i mestieri ad esso legati. Nel senso che la tecnologia c’è, esiste, è fondamentale, ma viene affinata per sposare prodotti sempre più naturali, sinceri. Dove la parola chimica non esiste. Dove il produttore diventa appunto contadino 2.0.

Uno dei “mestieri” più ricercati, più in voga nel mondo della produzione vitivinicola è di certo l’enologo.

Come diventare enologo: il percorso di studi

Se hai la passione per il vino, e se vorresti lavorare in uno dei settori più brillanti del made in Italy, allora potrai aspirare a questa professione e a tutti i grandi vantaggi che comporta.

Lavorare con il vino è una delle cose più belle al mondo, perché l’enologo vive l’intero processo che parte dalla raccolta dell’uva fino ad arrivare all’imbottigliamento del prodotto finale.

Per diventare enologo è necessario avere un diploma di laurea triennale in Enologia e Viticoltura e poi completare la propria preparazione frequentando dei corsi di specializzazione periodicamente organizzati da Enti, Università ed Associazioni. E’ una preparazione molto tecnica durante la quale si acquisiscono numerose nozioni di biologia e chimica. Come riferito in precedenza, l’enologo ha vari sbocchi lavorativi. Oltre ad essere inserito presso varie aziende vinicole, può lavorare presso cantine di piccole e medie dimensioni, oppure può prendere parte a varie attività commerciali dove si pratica la degustazione dei vini e la vendita al pubblico.

In sintesi, l’enologo segue e assiste il vino in ogni sua fase, assicurandosi che tutto venga svolto correttamente. Naturalmente questo professionista possiede anche responsabilità piuttosto elevate, cosa che lo rende un mestiere non per tutti. Ecco perché andremo ad approfondire tutte le nozioni importanti su questo lavoratore e sull’enologia.

Lo specialista della scienza della vinificazione: che cos’è

Un enologo è uno specialista nella scienza della vinificazione, nota anche come enologia.

Di conseguenza, per scoprire questo professionista, per diventare tale e per capire in cosa consiste la “sua mission”, il primo passo è andare a studiare questa materia e capire esattamente di cosa si tratta.

Nella fattispecie, l’enologia è la scienza che analizza ogni fase che porta l’uva verso la sua trasformazione in vino.

Si parte ovviamente dal raccolto, vendemmia, fino ad arrivare alla realizzazione del mosto, e alla sua seguente fermentazione con il lievito.

Lo scopo è quello di innescare il meccanismo di conversione che permette al fruttosio di diventare alcool. Si tratta di un processo molto delicato, e l’enologo ha il compito di gestirlo con puntiglio, cosa che richiede anche il rispetto di una serie di norme igieniche oltre alla cura dei processi di produzione.

Una vita da trascorrere nei laboratori e nelle cantine

L’enologia è una scienza che si impara sui libri, ma che richiede molti anni di “lavoro pratico sul campo” per essere padroneggiata in modo esperto.

Chiaramente un enologo si costruisce la propria carriera con il sudore della fronte e le giornate trascorse nei laboratori di produzione. E senza dubbio si tratta di un mestiere che può portare ad alti guadagni se si mette in gioco la propria professionalità e le proprie conoscenze, la propria ricerca. E allora ci si distingue dalla massa, e ci si costruisce una figura indispensabile per una grande azienda. O addirittura, con i guadagni, si può arrivare a essere enologo e nel contempo produttore e proprietario di un marchio.

Non è facile riassumere in poche parole di cosa si occupa l’enologo perché, come detto, spetta a lui controllare e gestire ogni singola fase del processo di vinificazione dell’uva.

Enologo oggi: chi è e cosa fa

In primo luogo va detto che questo professionista partecipa alla raccolta e dunque alla vendemmia. In realtà è vero solo in parte, perché generalmente ciò accade quando lavora in una piccola azienda, e non quando fa parte di una grande cantina.

Di contro, c’è chi considera la partecipazione a questa fase una delle soddisfazioni maggiori di questo lavoro, dunque sceglie di svolgerla ugualmente.

A quel punto inizia a seguire ogni fase che appartiene al processo di trasformazione dell’uva in vino, di conseguenza deve avere delle competenze molto ferrate in discipline come la chimica e la biologia.

Questo perché deve essere capace di comprendere tutti i principi scientifici che sottostanno alla produzione del vino, anche per potere sviluppare vini pregiati e migliorare il processo di vinificazione.

Marketing e comunicazione

Risulta essere chiaro che l’enologo è anche un esperto di vini e un profondo conoscitore di questo mercato, dunque sa analizzare la domanda del pubblico di riferimento e anticipare le tendenze.

Deve essere anche un individuo bravo dal punto di vista comunicativo, perché un buon vino viene sempre prodotto lavorando in team e creando una comunione di intenti con il responsabile del vigneto.

L’enologo trova un suo ruolo anche per quanto riguarda il marketing, perché deve essere lui ad autorizzare una certa scelta in termini di packaging ed etichetta della bottiglia.

Non mancano le competenze tecniche, che vanno a sommarsi a quelle scientifiche e di promozione.

Competenze tecniche fondamentali

In questo caso si parla del suo ruolo cruciale per il controllo e la verifica del funzionamento dei macchinari impiegati per la vinificazione.

Risulta essere sua responsabilità curare aspetti come la manutenzione di questi, perché in caso contrario il processo potrebbe incontrare delle difficoltà e rovinare in modo irrimediabile il prodotto finale.

Poi, va anche detto che gli enologi devono anche assicurarsi il rispetto delle norme igieniche, specialmente per quanto concerne la conservazione del prodotto.

Risulta naturale che l’enologo debba anche avere una conoscenza delle leggi sull’importazione e sulla esportazione dei vini a livello internazionale, che sia completa e approfondita.

Chiudono il cerchio le competenze in termini di distribuzione del vino, e un aggiornamento costante su tutte le nuove norme, tendenze e via discorrendo.

I sei caposaldi della professione

Riassumendo, compiti dell’enologo ci sono quelli di:

  • scelta delle qualità di vitigni
  • gestione e controllo della loro coltivazione
  • scelta del momento più favorevole per la raccolta dell’uva
  • vigilanza e monitoraggio della fase di fermentazione
  • svolgimento di campionature e analisi sul vino al fine di riconoscerne le proprietà chimiche, biologiche ed organolettiche
  • decisione dei tempi di imbottigliamento

Differenza tra enologo e sommelier

La conoscenza dell’enologo non è del tutto superficiale e si basa su uno studio approfondito della materia basata anche sui continui corsi di aggiornamento.  Proprio per chi sceglie di svolgere questa professione sa che è un lavoro ininterrotto. La curiosità è la parte centrale del mestiere. L’assaggio è fondamentale, proprio per questo motivo è importante poter assaggiare tutto e tanto quello che la nostra terra ha da offrirci.

Che differenza c’è tra l’enologo e un sommelier?  Il sommelier è chi assaggia i vini. Mentre l’enologo, per lui la degustazione è una fase molto importante, ed è uno delle molteplici sfaccettature del proprio lavoro. Il sommelier nella maggior parte dei casi, non conosce tutta la storia che è racchiusa in un bicchiere di vino.

Quanto guadagna un enologo oggi?

Non è semplice stabilire dei parametri relativi alla remunerazione di un enologo che siano validi a priori, perché conta molto il livello di preparazione, l’esperienza e ovviamente la caratura dell’azienda per la quale si lavora.

In ogni caso, in Italia lo stipendio di questo “professionista base” oscilla in media intorno a 16.000 euro annui, con una retribuzione mensile che si attesta su 1.400 euro. Di contro, lo stipendio di un professionista affermato e con una comprovata esperienza può anche superare i 60.000 euro annui e i 5.000 euro mensili.

Considera che in Italia si parla di uno dei settori più importanti per l’export, visto che le etichette tricolori vengono apprezzate moltissimo all’estero. La Penisola vanta dunque come detto un ruolo da leader in termini di paese produttore, quindi si punta parecchio alla qualità, e la qualità viene sempre remunerata di conseguenza.

I canali dove trovare impiego

L’enologo può essere un libero professionista o può lavorare alle dirette dipendenze di un’azienda. Ha il compito di curare e monitorare il processo di produzione del vino dall’inizio – ossia a partire dalla scelta delle viti da coltivare, in base alle caratteristiche dell’area geografica e agli obiettivi di mercato dell’azienda – fino alla fase di vendemmia, vinificazione e imbottigliamento del vino. Il suo scopo ultimo è, infatti, quello di garantire la qualità del prodotto finale.

L’enologo può trovare lavoro presso cantine sociali, aziende vitivinicole, aziende imbottigliatrici o di consulenza.

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