Milionari migranti, obiettivo tasse light: ecco i Paesi più gettonati

Dall’Asia all’Europa, fino in Australia. Le rotte dei milionari sono diverse, anche se quasi tutte animate dalle stesse ragioni: migliori regimi fiscali e opportunità d’investimento.

Migrazioni milionari
Foto © AdobeStock

Un concetto ambivalente quello delle migrazioni. Il pensare comune lo associa a contesti di disagio sociale, con rotte tracciate a partire da Paesi stretti nella morsa di guerre o di governi dittatoriali. Ma, come spesso accade, i significati dei termini sono ben più estesi rispetto a quello che tendenzialmente si crede. Basti pensare a quanti, pur in condizioni abbienti, scelgono di trasferirsi in altre Nazioni per riuscire ad assestare le proprie incombenze fiscali su regimi più tolleranti. Non si tratta solo dei cosiddetti “paradisi” ma anche di Stati che, semplicemente, sul regime fiscale risultano più “tolleranti”. In pratica, cambiare residenza per pagare meno tasse. Una strategia usata tutt’altro che dai meno fortunati.

Tali “migrazioni”, infatti, riguardano più che altro persone di larghe disponibilità economiche. I ricchi, i milionari, qualsiasi termine può essere attinente. Anche se, per la verità, come spiega il Corriere della Sera, gli appartenenti alla macro-categoria che viaggiano verso altri lidi per ragioni di tassazione, possono essere suddivisi in alcuni specifici gruppi. La categorizzazione vige in base alla disponibilità economica: ad esempio, i ricchi figurano fra coloro con un patrimonio netto fra 1 e 5 milioni di dollari. Gli intermedi si attestano attorno ai 2 milioni di euro, con attività liquida fra 5 e 30 milioni di dollari. Infine, i super ricchi fanno un campionato a parte: patrimonio netto over 30 milioni e un bacino di utenti infinitamente ristretto. Poco più di 200 mila persone.

Le migrazioni dei milionari: ecco dove pagano meno tasse

Esistono, naturalmente, Paesi che più di altri sono ricchi di… ricchi. Gli Stati Uniti viaggiano su binari quasi impareggiabili, con oltre 6 milioni e mezzo di milionari nel 2020. Il podio è completato dal Giappone (3,5 milioni, +6,2% rispetto al 2019) e dalla Germania, dove i paperoni sono circa un milione e mezzo. Solo quarta la Cina (1,4 milioni ma con un +11% rispetto al 2019), mentre l’Italia, coi suoi 301 mila ricchi, si attesta in nona posizione. Meglio chiarire subito un aspetto però. I milionari “migranti, non cercano nuovi lidi solo per ridurre l’esborso necessario alle tasse. Secondo la Global Wealth Migration Review, infatti, molto spesso l’obiettivo è trovare un’assistenza sanitaria di alto livello, scuole o college d’élite, oppure altre opportunità di investimento.

E, a quanto pare, la tendenza allo spostamento cresce proporzionalmente al tempo che passa: nel 2015, ad esempio, erano “appena” 64 mila i ricchi migranti. Nel 2018, il numero è salito a 108 mila. Gli ultimi dati si attestano al 2019, con predilezione per Australia (12 mila trasferimenti), Stati Uniti (poco meno di 11 mila) e Svizzera (4 mila). Nel primo caso, le motivazioni risiedevano sì nell’assenza di tasse di successione ma anche nel basso tasso di criminalità e nel sistema sanitario, ritenuto fra i migliori.

Interessante anche l’analisi dei flussi inversi. Ossia, capire da quali Paesi provengano i milionari “migranti”. Strano a dirsi, l’esodo maggiore è dalla Cina (16 mila spostamenti l’anno), seguita da India (7 mila), Russia, Hong Kong e Turchia, con numeri compresi fra 5 mila e poco più di 2 mila. Emerge quindi una sorta di tendenza viaggiante dai Paesi asiatici o comunque extra-europei, come Russia e Turchia. Per quanto riguarda la Cina, i milionari del dragone scelgono di muoversi senza andare troppo lontano: Singapore e Dubai fra le mete più gettonate, ma anche Sydney e Melbourne. Per quanto riguarda l’Europa, la destinazione è la Svizzera, Ginevra in particolare.

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Il Vecchio Continente, da parte sua, mantiene una strategia abbastanza precisa sui milionari in entrata. Secondo quanto rilevato dall’Osservatorio fiscale europeo, dal 1995 a oggi si è registrato un aumento rilevante del numero dei regimi speciali per i milionari (da 5 a 28). Misure che scavano un ulteriore solco, nel vantaggio fiscale, con le classi più abbienti. Una mossa che può essere letta in un paio di ottiche: attrarre investitori e incrementare le entrate. Se poi questo produca un reale vantaggio è quello che realmente andrà dimostrato.

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