Pensione, importanti novità in arrivo per giovani e precari: cosa c’è da aspettarsi

Importanti novità in arrivo per giovani e precari sul fronte delle pensioni. Entriamo quindi nei dettagli e vediamo cosa c’è da aspettarsi.

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Il mondo del lavoro è in continuo cambiamento e non sempre, purtroppo, si può contare sulla tanto desiderata stabilità economica, che consenta di fronteggiare tranquillamente le varie spese quotidiane. A partire dal precariato, passando per orari part – time, fino ad arrivare ad attività discontinue, sono tante le circostanze che portano a dover fare i conti con una carriera, purtroppo, non lineare.

Una circostanza che porta, inevitabilmente, con sé delle ripercussioni sulle vite dei soggetti interessati. Non solo dal punto di vista delle entrate momentanee, ma anche volgendo un occhio di riguardo al futuro. In particolare ci si chiede con quale sistema pensionistico dovranno fare i conti giovani e precari. Entriamo quindi nei dettagli e vediamo cosa c’è da aspettarsi.

Pensione, importanti novità in arrivo per giovani e precari: la proposta della Cgil

In attesa di vedere quali cambiamenti verranno apportati con la prossima riforma delle pensioni, sono tanti a chiedersi con quale sistema pensionistico dovranno fare i conti giovani e precari. Sono in tanti, infatti, a dover fare i conti con carriere che, per quanto lunghe, si rivelano essere spesso discontinue.

Una circostanza che potrebbe, pertanto, portare in molti a dover fare i conti con una pensione di importo alquanto limitato. Da qui arriva la proposta della Cgil per chi ha cominciato a lavorare dopo il 1996, ovvero un’integrazione grazie alla quale poter arrivare al 60% del reddito medio.

La proposta della Cgil, basata anche sui suggerimenti dell’economista Michele Reitano, è quella di integrare le pensioni future che non arrivano ad una determinata soglia. L’integrazione, quindi, scatterebbe al raggiungimento di determinati requisiti di legge, dal punto di vista anagrafico e contributivo.

In questo modo si potrebbero valorizzare anche i cosiddetti periodi buchi, ad esempio per via dello studio, maternità o disoccupazione involontaria. “La pensione di garanzia non è un sussidio, non è un regalo, non deve andare a tutti, ma solo a chi ne ha bisogno“, ha spiegato a La Repubblica Ezio Cigna, responsabile previdenza della Cgil.

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Ha poi aggiunto: “Serve ora per incentivare chi lavora a stare in regola e per avere un domani dignitoso. Poi certo molte cose vanno ripensate, a partire dalle soglie di accesso del 2,8 e 1,5“. Al momento, è bene sottolineare, si tratta solo di una proposta. Non resta quindi che attendere e vedere quali decisioni verranno prese in futuro in tale ambito.

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