Allerta della Polizia Postale, pioggia di false citazioni: come proteggersi dalla truffa

Allerta della Polizia Postale per delle false citazioni in arrivo a tantissime persone. Cadendo nella trappola si infetterebbero i dispositivi con pericolosi virus informatici. 

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La Polizia Postale richiama spesso l’attenzione dei cittadini su e-mail e sms che pur essendo credibili sono in realtà truffe elaborate da hacker e cybercriminali. L’intento è rubare i dati sensibili delle ignare vittime accedendo a dati personali oppure infettando il dispositivo. E’ il caso dell’ultimo raggiro segnalato dalle autorità. Il riferimento è ad una citazione che sembrerebbe provenire dall’Autorità Garante per l’Infanzia e l’adolescenza. Le accuse sono molto pesanti e potrebbero spaventare il destinatario della missiva fino a fargli compiere pericolosi errori.

L’allerta della Polizia Postale sulla falsa citazione

L’ultima allerta della Polizia Postale segnala l’arrivo di citazioni false provenienti dall’Autorità Garante per l’Infanzia e l’adolescenza in cui il destinatario della missiva è accusato di pedopornografia, pedofilia, esibizionismo, cyberpornografia e traffico sessuale. Di conseguenza viene richiesto alla vittima di giustificare le sue azioni e di mostrare la non veridicità dei fatti. Lo scopo, non ancora appurato ufficialmente, dovrebbe essere sempre lo stesso delle altre truffe telematiche. Carpire dati personali per accedere a conti e carte oppure richiedere il pagamento di somme importanti per risolvere la problematica o infettare i dispositivi con pericolosi virus.

La Polizia Postale avvisa i cittadini di non dare alcun seguito alla citazione, di non contattare i mittenti della missiva e di segnalare immediatamente l’arrivo della comunicazione. L’atto di citazione, ribadiamo, è falso, strumento di phishing per i malintenzionati.

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Riconoscere il phishing per tutelare i propri dati

La Polizia Postale oltre a dare l’allerta per i tentativi di truffa cerca di aiutare i cittadini nel riconoscimento di e-mail, sms o telefonate false. La prima indicazione è di non cliccare mai su link inviati né inserire dati personali, password o PIN. Contattare il presunto mittente – quando si tratta della banca di appartenenza- è fondamentale per verificare la legittimità o meno della missiva. La maggior parte dei messaggi presenta contenuti volti a spaventare la vittima in modo tale da far perdere la razionalità e lasciare posto alla paura e all’impulsività. Attenzione, poi, agli errori grammaticali oppure all’indirizzo del server che spesso non contiene .it o .com ma altri identificativi.

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