Instagram e altri social, l’indagine: “Dobbiamo proteggere i bambini”

L’impatto di Instagram sui giovanissimi potrebbe provocare effetti deleteri? I procuratori generali americani ne sembrano convinti e avviano un’inchiesta.

Instagram indagine giovani
Foto © AdobeStock

L’effetto dei social network sui giovani del Duemilaventi potrebbe essere paragonato a quello delle prime console di largo utilizzo sui ragazzi di qualche decennio fa? In realtà, le cose sembrano essere piuttosto diverse. Nonostante fossero guardate con sospetto dai genitori dell’epoca, i primi dispositivi ludici avevano funzioni sorprendenti ma estremamente limitate rispetto agli strumenti tecnologici odierni (incluse, appunto, le console dei videogiochi). E anche il loro utilizzo era in qualche modo arginato difficilmente oltre un’ora. Chiaramente, le cose oggi stanno in modo piuttosto diverso.

I social sono una compagnia costante e spesso è difficile riuscire a filtrare tutti i contenuti ai quali possono accedere anche utenti minorenni. Per questo, negli Stati Uniti, è stata avviata un’indagine per determinare gli effetti reali dei social sulla vita dei ragazzi, perlopiù i giovanissimi. Numerosi procuratori generali, tutti allo stesso tavolo per capire se la deriva assunta metta in primo piano la logica della sicurezza anziché del profitto. Questo perché la diffusione capillare dei social network, Instagram ma anche Facebook, TikTok e altri meno noti, ha raggiunto un numero impressionante di giovani utenti.

Instagram e altri social: l’indagine americana sulla sicurezza in rete

I procuratori generali hanno attivato un tavolo proprio per determinare quali e quanti siano i rischi ed eventualmente le falle nei sistemi di sicurezza. Con alcuni riferimenti precisi, come quello fatto dal procuratore generale di New York, Letitia James, che ha chiamato in causa Meta, il colosso a stelle e strisce a cui fa capo Instagram. E il pg non va per il sottile, puntando il dito contro Mark Zuckerberg e le sue società. Le quali, a suo dire, “hanno messo i profitti sopra la sicurezza”. Per questo l’obiettivo a ritmo serrato diventa “mettere fine a questi comportamenti”. I quali, per quanto presunti, sono in larga parte i timori della generazione che vive il web a braccetto con la propria quotidianità.

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Sul piano pratico, l’indagine cercherà di esaminare le tecniche impiegate dall’azienda per aumentare in modo sensibile il coinvolgimento degli utenti più giovani nell’utilizzo delle piattaforme social. Del resto, secondo una recentissima analisi del Wall Street Journal, sembra che a Menlo Park, quartier generale di Facebook, fossero già consapevoli degli effetti potenzialmente deleteri di social d’immagine come Instagram sulla salute dei ragazzi. E non tanto per questioni visive, come accadeva per le vecchie console utilizzate via tv, ma mentali. Secondo l’indagine, infatti, pare che una ragazza su tre con un account Instagram avesse sviluppato disturbi legati alla percezione del proprio corpo. Lo stato generale del social aveva subito fermato il progetto Instagram Kids (versione per minori di 13 anni in fase di lavorazione), adottando nuovi strumenti legati al parental control. Misure tampone che, secondo i procuratori, sembrano non bastare.

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