Stretta sul Reddito di Cittadinanza: per lo stop basterà un sospetto

Le mosse anti-abuso del Governo saranno contenute in Manovra. Il Reddito di Cittadinanza conoscerà un giro di vite a partire dal 2022.

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La bozza della Manovra ha fatto chiaramente capire che sul Reddito di Cittadinanza cambierà il modus operandi. Meno elasticità, più controlli e, soprattutto, provvedimenti precisi nel momento in cui dovesse venir meno il rispetto delle nuove regole. L’obiettivo del Governo è chiaro: evitare abusi dell’agevolazione e, soprattutto, incrementare l’occupazione tramite il reinserimento dei percettori nel mercato del lavoro. Ma la Legge di Bilancio non mette a referto solo nuove regole di utilizzo ma anche relative al controllo. Vengono infatti introdotti nuovi metodi di verifica che restringono notevolmente il campo delle infrazioni.

Una nuova mossa che riguarderà tutti i fruitori del Reddito di Cittadinanza e che si inserisce nel novero dei controlli preventivi. I quali riguarderanno soprattutto i dati dei beneficiari, ricevendo un aggiornamento annuale. Il sistema coinvolgerà i Comuni di residenza di chi percepisce il Reddito: alle amministrazioni territoriali, infatti, verranno comunicati eventuali casi sospetti per i quali, di conseguenza, saranno adottati i provvedimenti specifici in base alla natura della violazione.

Reddito di Cittadinanza, controlli preventivi: cosa si rischia

La stretta sul Reddito di Cittadinanza segue le direttive del Governo sui provvedimenti adottati per limitare gli eventuali abusi della misura. I controlli preventivi avranno lo scopo di evitare il protrarsi delle violazioni, interrompendo immediatamente l’erogazione per un massimo di 120 giorni, durante i quali i Comuni dovranno provvedere alle verifiche del caso. A ogni modo, non sarà la sola misura adottata per scongiurare appropriazioni indebite del Reddito di Cittadinanza. Si allarga, infatti, anche il numero dei reati che possono portare alla revoca definitiva del sussidio, una volta passati per una sentenza definitiva.

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Sono all’incirca quindi i nuovi reati previsti: si va dal furto allo sfruttamento della prostituzione, fino all’usura e illeciti connessi al traffico di stupefacenti. Rientrano nell’elenco anche reati di riciclaggio e ricettazione, oltre che estorsione e rapina. Saranno le cancellerie dei Tribunali a dover comunicare all’Inps le sentenze definitive entro 15 giorni dalla pubblicazione. Tale condizione significherà la cessazione (altrettanto definitiva) dell’agevolazione. La stretta seguirà in virtù dell’emersione di alcuni episodi di abusi e, soprattutto, nell’ottica di una riconversione delle risorse. La riforma dei meccanismi di assegnazione, come riferito dal ministro per le Disabilità, Erika Stefani, permetterebbe di ottenerne di nuove per le persone con disabilità e le loro famiglie.

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