Manovra 2022, chi affonda e chi no: cosa succede a bonus e pensioni

I tavoli tecnici ridiscutono alcune misure. Opzione Donna resta così com’è, il Superbonus quasi. Le principali novità in Manovra.

Manovra 2022
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Ben 219 articoli nella bozza della Manovra, cresciuti esponenzialmente dai 185 del 28 ottobre scorso, giorno dell’approvazione da parte del Consiglio dei ministri. Tanto per far capire l’importanza che risiede nella prossima Legge di Bilancio, che dovrà determinare le linee guida da seguire per risollevarsi dalla crisi pandemica e, soprattutto, ridisegnare l’assetto di alcuni aspetti fondamentali della vita dei contribuenti. Se sul Fisco ci vorrà tempo, anche se la riforma viene comunque affrontata già nella ventura Manovra, sulle pensioni il Governo si gioca molto.

I vari tavoli tecnici hanno esteso le modifiche, livellando il plico approvato al primo giro di discussioni e includendo nel pacchetto altri aspetti sui quali si attendono risposte. La pensione, come detto, resta un nodo fondamentale. La bozza della Manovra aveva consegnato uno strumento di passaggio verso il 2023, ovvero l’inserimento di Quota 102 come supplente dell’ormai quasi archiviata Quota 100. Dopodiché, almeno sulla carta, il Governo dovrà imprimere una svolta ulteriore per evitare di riabbracciare fra un anno i dettami della Legge Fornero.

Manovra 2022: cosa succede col Superbonus

Nel frattempo, il Governo sembra aver approvato alcune misure di rafforzamento agli strumenti di pensione anticipata. Si va dall’Ape Sociale, che ha visto estendere il suo catino di lavori usuranti così da consentire a un numero più ampio di lavoratori di uscire prima, a Opzione Donna. In questo caso, la proroga è stata accompagnata, in prima battuta, da un innalzamento dell’asticella anagrafica. Richiedendo circa due anni in più rispetto alla versione precedente (58 anni per le dipendenti e 59 per le autonome). Per quanto riguarda le pmi in crisi, il fondo di uscita anticipata resta ma scende di 50 milioni. Ovvero 150, contro i 200 previsti nella prima versione della Manovra.

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Un vantaggio che resta, quindi, seppur limitato nelle risorse. Lo strumento, infatti, è destinato all’uscita anticipata, su base convenzionale, dei lavoratori impiegati in piccole e medie imprese coinvolte in stato di crisi, con età anagrafica di almeno 62 anni. Per quanto riguarda Opzione Donna, la soglia anagrafica più alta non ha ottenuto molto successo. I tavoli tecnici hanno già accantonato la proposta di portare l’età di accesso alla pensione anticipata, rispettivamente, a 60 e 61 anni. La misura sarà quindi prorogata con l’impostazione attuale. Sembra destinato a restare anche il Superbonus del 110%, per il quale varrà ancora la soglia Isee di 25 mila per i lavori in villette e unità familiari. Confermato in Manovra anche il dettame per gli interventi sulle case popolari, per le quali la detrazione del 110% spetterà anche per le spese che verranno sostenuto entro la fine del 2023.

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