Assegno di mantenimento, cosa succede con la tredicesima

Esiste una tredicesima da corrispondere per l’assegno di mantenimento? Al netto degli accordi di separazione, la legge non lo prevede. E per un motivo ben preciso.

Tredicesima assegno mantenimento
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Non è solo una questione di freddi numeri. Una separazione significa interrompere qualcosa che si è tentato di costruire e, per questo, il suo iter non è mai semplice. Le questioni da regolamentare sono molte e tutte col loro grado di difficoltà. Innanzitutto, trovare un accordo per l’assegno di mantenimento, corrisposto da un coniuge all’ex con importi stabiliti da un giudice. In questo senso, la quadra verrà trovata sulla base di due prerogative: l’assenza di addebito (quindi una separazione consensuale con parità di responsabilità) e soglie di reddito tali da garantire un pagamento mensile.

E’ il coniuge con il reddito maggiore a versare il mantenimento all’altro. Si tratta, di fatto, di un importo globale da rateizzare, assumendo per questo le caratteristiche della mensilità. Ma dato che si tratterà di un’uscita a tutti gli effetti, è chiaro che qualche ripercussione sul piano del welfare familiare finirà inevitabilmente per averla. Peraltro, viene perlomeno da chiedersi se per l’assegno siano previste caratteristiche di implementazione una tantum, come la tredicesima.

Mantenimento, niente tredicesima: ecco perché

La cifra dell’assegno di mantenimento, o comunque quella complessiva che il coniuge con reddito maggiore dovrà corrispondere all’ex, si calcolerà sulla base delle spese da sostenere durante l’anno. Per questo, al momento, non è previsto il versamento di una tredicesima. L’assegno, infatti, non può essere equiparato a uno stipendio erogato da un datore di lavoro. Del resto, la tredicesima è prerogativa del diritto del lavoro, mentre il mantenimento fa riferimento al diritto della famiglia. La natura di contributo assistenziale mette quindi l’assegno al di sopra delle norme relative alla gratifica.

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Una sentenza ha tagliato la proverbiale testa al toro, escludendo dal mantenimento qualsiasi obbligo di tredicesime varie, anche se la “gratifica” del periodo natalizio era stata inclusa nell’accordo di separazione. La Cassazione ha infatti respinto il ricorso di una donna che richiedeva il 50% della tredicesima del marito, inoltrato dopo che il tribunale, al momento del divorzio, aveva modificato gli accordi di separazione imponendo all’ex marito solo il pagamento dell’assegno. Stesso discorso anche per il mantenimento corrisposto ai figli, anche se la natura del contributo è differente. In questo caso, infatti, tendenzialmente i genitori sono tenuti a partecipare al 50% al loro sostentamento. Quindi sì al mantenimento ma senza gratifiche extra.

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