Pensione, altro biennio col contratto di espansione: chi ci guadagna

La Manovra estende di altri due anni la possibilità di pensione con cinque anni di anticipo sulla tabella di marcia. Un piano che punta anche a nuove assunzioni.

Pensioni contratto espansione
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Due anni di proroga con la Legge di Bilancio 2022. Il contratto di espansione riceve l’estensione per un ulteriore biennio, con l’obiettivo di incrementare le riconversioni e le ristrutturazioni aziendali con contratti di solidarietà espansiva. La mira, naturalmente, è verso le imprese in crisi e tamponare l’emergenza esodati, favorendo al contempo una serie di nuove assunzioni. In sostanza, si cercherà di favorire il ricircolo di personale, consentendo un’uscita dal lavoro su base volontaria fino a 5 anni prima della pensione di vecchiaia o della pensione anticipata.

In pratica, una pensione anticipata a tutti gli effetti. Con la differenza che l’assegno percepito sarà interamente a carico dell’azienda per tutta la durata fra l’uscita e la pensione di vecchiaia. Il tutto al netto del valore della Naspi spettante a chi usufruisce dell’anticipo. La decisione è arrivata con la discussione sulla Manovra, nell’articolo 63 della Legge di Bilancio viene messa nero su bianco la proroga, cercando di implementare la versione di “prova” effettuata nel biennio 2019-2020 (con allungamento fino a fine 2021). Ora, un ulteriore biennio di sperimentazione, con una modifica rispetto all’impostazione iniziale.

Pensione, prorogato il contratto d’espansione: come funziona

Il contratto di espansione permette quindi alle aziende di rinnovare il personale. Coloro che si trovano ad almeno 60 mesi dalla pensione di vecchiaia un percorso preferenziale di uscita anticipata. Inoltre, nel caso in cui l’azienda sia composta almeno da mille dipendenti, verrà concesso un bonus ulteriore. A patto però che il datore assuma un nuovo dipendente ogni tre pensionati. L’accordo deve essere stipulato con il Ministero del Lavoro, specificando sia il numero dei lavoratori che verranno assunti che la durata dei contratti (inclusi quelli di apprendistato). Inoltre, dovrà essere indicata la riduzione media dell’orario di lavoro, così come il numero di coloro che possono accedere all’indennità mensile di accompagnamento.

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Per quanto riguarda le assunzioni, in caso di aziende con più di mille dipendenti potranno essere disposte assunzioni a tempo indeterminato, comunque in ogni caso un’assunzione ogni tre lavoratori esodati. Gli unici a poter firmare il contratto di espansione saranno, appunto, i lavoratori con meno di 60 mesi dalla decorrenza della pensione (sia di vecchiaia che anticipata), mentre il calcolo dell’indennità mensile sarà ad appannaggio dell’Inps. L’importo sarà determinato in base alla pensione lorda maturata nel momento in cui si opterà per la cessazione dell0attività lavorativa. L’assegno, ricordiamo, verrà sottratto dalla Naspi.

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