Quando il risparmio non è nel dna: i consigli da non seguire secondo l’esperto

Su Business Insider, un pianificatore finanziario sfata qualche mito sul risparmio. Alcune regole date per assodate potrebbero essere più che obsolete.

Risparmio strategie
Foto: Pixabay

Anche il risparmio può essere una questione da esperti. Anzi, qualcuno ha persino svolto studi approfonditi su quello che, a tutti gli effetti, può essere definito un trend ben radicato nel dna degli italiani. Eppure, come avviene per la maggior parte delle cose, anche un’abitudine data per scontata può nascondere dei lati meno chiari. Secondo un pianificatore finanziario, Natalie Taylor, alcuni consigli dati per scontati possono trasformarsi in pericolosi boomerang. Su Business Insider, l’analista elenca alcuni di questi aspetti, precisando che il risparmio migliore si crea con l’investimento giusto. Tutto parte comunque da un budget ben preciso e questo è bene tenerlo a mente.

Il termine giusto è budgeting. Ovvero, fissare un importo entro il quale muoversi e contenere le spese. Il primo trucco, però, è non fissarsi su spese relative a un intero anno, quanto piuttosto tenere d’occhio quelle del mese precedente. Questo darà un’idea delle uscite medie mensili. Un quadro al quale affiancare un elenco delle possibili spese, incluse quelle meno frequenti, per poi procedere a un piano di pagamento. Attenzione però a non esagerare: un bilancio troppo dettagliato, infatti, può provocare l’effetto di sentirsi eccessivamente sotto pressione, oltre che richiedere un tempo troppo lungo.

Come si organizza il risparmio: le regole da rivedere

Dieci, massimo quindici categorie generali. L’esperta sostiene che un bilancio snello sia più efficace per tenere traccia delle spese, consentendo anche un margine più ampio in caso di spese impreviste. Questo aiuterebbe anche a bilanciare la tendenza al risparmio con la prosecuzione normale della vita quotidiana. Per questo è meglio iniziare con una piccola quota, per poi aumentare progressivamente. Ad esempio, da un iniziale 1%, si potrebbe incrementare progressivamente con un ulteriore 1% ogni sei mesi. Senza colpo ferire, si accumulerebbe una tendenza al risparmio senza nemmeno averne piena contezza.

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Attenzione anche in questo caso a non esagerare. E’ vero che occorre ordinare le nostre spese secondo i vari bisogni ma non per questo vanno messi da parte i desideri. Non bisogna sentirsi in colpa, infatti, se di tanto in tanto si cede a qualche eccezione. Un bilancio eccessivamente rigido, infatti, finirebbe per sortire l’effetto contrario, ovvero non riuscire a mantenere la barra dritta a lungo termine. La soluzione, spiega Taylor, si chiama “costo-per-felicità”. Ovvero, valutare quanta soddisfazione derivi da ogni soldo speso. Questo, naturalmente, viene più facile con un budget elevato. Ma il messaggio è che il grado di soddisfazione resta importante anche in un momento di ragionamento sulle uscite e sulla preservazione del proprio futuro.

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