Se lo sciopero non è autorizzato si corrono gravi rischi: il codice penale non perdona

Partecipare ad uno sciopero non autorizzato significa andare incontro a gravi rischi. Il Codice Penale disciplina le regole e definisce le sanzioni in merito al reato commesso.

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Ogni persona è libera di manifestare e di portare l’attenzione su determinati diritti scioperando ma occorrerà prestare molta attenzione. Se lo sciopero non è autorizzato, infatti, la partecipazione è considerata reato e le conseguenze potrebbero essere gravi. E’ il Codice Penale a definire i dettagli della questione, a riconoscere i diversi reati e la gravità ad essi associabile. Di conseguenza, la scelta di adesione ad uno sciopero dovrà essere attentamente ponderata e legata alla conoscenza dei rischi connessi.

Illegittimità degli scioperi e conseguenze

Le manifestazioni indetta a partire da oggi, venerdì 15 ottobre, sono considerate illegittime e dunque sono scioperi non autorizzati. Protagonisti della giornata odierna e di quelle che verranno sono i no Green Pass. L’intenzione è protestare rumorosamente per l’introduzione dell’obbligatorietà della certificazione verde per accedere al luogo di lavoro. La Commissione di Garanzia degli scioperi ha dichiarato illegittime queste manifestazioni ma la protesta è ormai attiva e si teme soprattutto per le contestazioni dei portuali di Trieste. Si parla di sei giorni consecutivi di scioperi – non autorizzati – che si protrarranno fino al 20 ottobre. Stesso periodo per lo sciopero indetto dall’Associazione F.I.S.I con la differenza della legittimità di quest’ultimo.

Conseguenze della partecipazione ad uno sciopero non autorizzato

Dato che le manifestazioni sono illegittime, le autorità competenti hanno espresso i rischi a cui i partecipanti vanno incontro. Il prefetto di Trieste, sulla base della non autorizzazione dichiarata dalla Commissione di Garanzia degli scioperi, ha fermamente detto che il reato compiuto dai portuali che non svolgeranno l’attività lavorativa sarà di “interruzione di pubblico servizio”. Non è prevista, nel caso della manifestazione a Trieste, l’arresto dei partecipanti ma una denuncia per gli organizzatori. 

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Quando scatta l’arresto per sciopero

Secondo il Codice Penale ogni sciopero diventa reato se ostacola l’abituale svolgersi delle attività necessarie o dello Stato. Nello specifico, l’articolo 331 definisce l’arresto con reclusione da sei mesi a dodici per i soggetti che interrompono servizi di stabilimenti, uffici e aziende di pubblica necessità. Un anno di reclusione spetterà, poi, a chi interrompe o turba la regolarità di un servizio o ufficio pubblico o di pubblica necessità.

L’articolo 340, poi, prevede da uno a 5 anni di reclusione per i soggetti che promuovono un’azione di interruzione volta a ledere i principi democratici della nostra nazione. Uno sciopero, infatti, non può limitare la libertà altrui – come il diritto di voto – o impedire l’accesso ad un servizio essenziale – come gli scaffali vuoti dovuti allo sciopero dei portuali di Trieste.

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