Contanti, no grazie: tre pagamenti da effettuare con metodi tracciabili per non finire nel mirino del Fisco

I contanti sono messi al bando soprattutto se si effettuato tre specifici pagamenti. Il rischio è trovarsi con il Fisco alle porte pronto a chiedere spiegazioni per ogni movimento.

bancomat contanti
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La lotta all’evasione fiscale è sempre più incalzante. Ogni movimento sul conto bancario è controllato, non possiamo disporre del nostro denaro senza pensare alle conseguenze che ne potrebbero derivare. Anche un bonifico al proprio figlio potrebbe far scattare le manette. La situazione crea disagio nei contribuenti che, pian piano, stanno imparando a gestire adeguatamente le operazioni per non incorrere nelle verifiche del Fisco. I pagamenti tracciabili sono fondamentali per evitare ripercussioni fiscali soprattutto in tre specifici casi. Vediamo quali per aggiungere un altro importante tassello alle nostre competenze.

Niente contanti, sì ai pagamenti tracciabili

Meglio non usare contanti, è questa la direttiva che tutti noi dobbiamo acquisire per non avere problemi con il Fisco. L’uso del denaro di carta, infatti, è tipico del riciclaggio, dell’evasione fiscale e dato che la lotta all’illegalità si è fatta stringente è bene che i cittadini onesti si adeguino alle circostanze e imparino cosa è meglio fare per tutelarsi. 

I pagamenti tracciabili che prevedono l’uso del bancomat, carte di credito, bonifici – facendo adeguata attenzione alla causale – assegni, sono consigliati per tante operazioni e stanno diventando abitudini quotidiane. Usare la moneta virtuale può servire non solo per evitare i controlli dell’Agenzia delle Entrate ma anche per accedere a dei vantaggi fiscali decisamente interessanti. Scopriamo i tre casi di riferimento.

Come ottenere i vantaggi fiscali

Per ottenere i vantaggi fiscali occorre abbandonare l’uso dei contanti e pagare con mezzi tracciabili tutte le spese che è possibile portare in detrazione Irpef. La lunga lista delle spese detraibili al 50% include i lavori di ristrutturazione, l’acquisto di mobili, di elettrodomestici, le spese per i lavori di risparmio energetico. Non include, invece, le spese mediche e farmacologiche. Quest’ultime, però, sono una voce fondamentale della dichiarazione dei redditi. Per le spese sostenute in farmacia e presso strutture sanitarie del Sistema Nazionale è consigliabile pagare con metodi tracciabili per ottenere la detrazione del 19%. La somma spesa risulterà inserita automaticamente nella dichiarazione precompilata.

Le spese mediche effettuate presso strutture private, invece, potranno essere portate in detrazione solamente conservando non solo la ricevuta di pagamento ma anche lo scontrino dell’avvenuto pagamento con bancomat, carta di credito o debito. E’ un’introduzione recente che non tutti sanno ma che è fondamentale perché la dichiarazione sia accettata.

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Bonus e affitto, accantoniamo i contanti

Per poter ottenere i bonus attivati dal Governo occorrerà dare prova delle spese sostenute pagando con metodi tracciabili. Niente contanti, dunque, per sostenere le spese di lavori di ristrutturazione, sostituzione della rubinetteria e simili. Il bonifico è la migliore soluzione mentre il pensiero dei contanti non dovrà neanche sfiorare il richiedente.

Infine, è fondamentale pagare con mezzi tracciabili l’affitto di casa e le spese condominiali soprattutto se superiori a 1.999,99 euro (importo massimo per il saldo con contanti). Anche sotto tale cifra è preferibile pagare con carte di credito dato che la ricevuta del pagamento è una prova solida che potrebbe servire in caso di verifiche e contestazioni.

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