Bonifico, la scelta della giusta causale: attenzione a non cadere nella trappola

La scelta della giusta causale di un bonifico è fondamentale per non rischiare la restituzione del denaro. Scrivendo “prestito” si innescano delle dinamiche che dovranno avere solide fondamenta.

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Il Fisco è sempre più attento ai movimenti sui conti correnti di tutti noi contribuenti. Verifica prelievi, versamenti e spostamenti di denaro. Controlla, dunque, i bonifici che vengono erogati ricorrendo alla causale per giustificare o meno l’operazione. I controlli fiscali saranno sempre più frequenti e “invadenti” e, di conseguenza, ai cittadini è richiesta la massima attenzione quando, ad esempio, si compilerà la causale di un bonifico. La spiegazione dello spostamento di una certa somma di denaro dovrà essere chiara,  legittima e motivabile soprattutto qualora la voce espressa sia “prestito“.

Bonifico con causale “prestito”, cosa si rischia

La Legge italiana non ammette dei trasferimenti di denaro non giustificati. Di conseguenza, in caso di prestito tramite bonifico la causa del movimento dovrà emergere senza alcun dubbio e l’operazione dovrà essere giustificabile in qualsiasi momento. Il rischio è che il destinatario della somma debba restituire il denaro. 

Poter mostrare una documentazione scritta che attesti la natura del trasferimento è fondamentale se la causale del bonifico è “prestito”. Una motivazione così espressa, preconfezionata, senza prove a supporto, non basterebbe a certificare la legittimità del movimento e la giustizia potrebbe pretendere la restituzione dell’importo.

Bonifico come mutuo, non ammesso dalla Legge

Un contratto di mutuo prevede uno scambio di denaro tra due parti. Una parte presta un importo, un’altra restituisce il debito. Il trasferimento deve essere provato e, secondo le regole dell’onere probatorio, il creditore per poter ottenere indietro la somma prestata ad un debitore dovrà esercitare un’azione giudiziaria durante la quale fornire prova certa dell’avvenuto mutuo – o finanziamento o prestito. Ecco perché le banche, per evitare la problematica di mancati pagamenti, si tutelano con l’ipoteca su un immobile e con la sottoscrizione del contratto presso un notaio. Ed ecco perché un bonifico con la causale “prestito” o “mutuo” dovrà sicuramente essere restituito al mittente se non presente una documentazione scritta ed esplicita dell’impegno preso.

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La sentenza della Cassazione

La Cassazione ha stabilito che lo scambio di somme di denaro (o assegni) non è una prova sufficiente che testimoni la presenza di un prestito “essendo l’attore tenuto a dimostrare per intero il fatto costitutivo della sua pretesa“. La richiesta di restituzione, dunque, non è considerata valida e il bonifico con la causale “prestito” utilizzato per l’estinzione del debito dovrà essere restituito al mittente.

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