Taglio dell’Irpef e aumento in busta paga: perché c’è ancora speranza

Con la nuova Legge di Bilancio, potrebbero essere destinate delle risorse al taglio delle tasse. La prospettiva è l’aumento della busta paga.

Bonus busta paga
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Taglio delle tasse e aumenti in busta paga: un piano che sembra riprendere quota, a fronte di quello che appariva inizialmente un accantonamento in attesa di tempi migliori. I quali, tuttavia, sembrano essere arrivati prima del previsto. O comunque in procinto di arrivare. La nota di aggiornamento al Def, infatti, ha evidenziato come il livello di disavanzo sia superiore rispetto al quadro tendenziale. Il che significa potenzialmente più risorse per il biennio 2022-2024, nella misura di almeno 19 miliardi. Sostanzialmente, grazie alla crescita dell’economia, saremo portati a una spesa maggiore.

Se il trend si confermerà anche nei prossimi mesi, una pianificazione strategica risorse alla mano potrà essere fatta. Secondo il ministro dell’Economia, Daniele Franco, va tenuta d’occhio la riforma degli ammortizzatori sociali, oltre a quella fiscale. “Sarà importante avviare qualche primo passo sugli sgravi fiscali, sull’alleggerimento del carico fiscale”. Inoltre, il Governo mira a realizzare a breve la prima fase della riforma dell’Irpef, con un risparmio in fatto di tasse che potrebbe risultare conveniente in fatto di busta paga.

Più soldi in busta paga: cosa bolle in pentola

In pratica, la riforma fiscale potrebbe portare qualche novità per quanto riguarda l’aspetto più atteso. Quello della sforbiciata delle tasse, naturalmente. Con la prossima legge di Bilancio, secondo Il Sole 24 Ore, circa 9 miliardi potrebbero essere destinati per l’Irpef, anche se non è ancora chiaro se l’ipotesi sia realmente conciliabile con le esigenze di finanziamento. Di sicuro, sul tavolo del Governo resta l’obiettivo dell’abbassamento dell’aliquota media effettiva, soprattutto per i contribuenti fra i 28 mila e i 55 mila euro di reddito.

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La questione del Bonus Irpef aveva causato non pochi equivoci nei mesi scorsi. A settembre, all’ex Bonus Renzi si vociferava si fosse affiancato, nel mese precedente, un rimborso Irpef di entità elevata, tanto da maggiorare gli stipendi netti dei beneficiari di diverse centinaia di euro. Un equivoco però. Tanto che la Fondazione Studi dei Consulenti del Lavoro aveva fatto sapere che nessuna regola era cambiata e che “per la fruizione delle detrazioni fiscali di lavoro dipendente e del bonus rispetto al passato, i compensi per dipendenti e pensionati nella busta di agosto e settembre non potranno essere più cospicui del previsto”. Questo, a ogni modo, non impedisce di lavorare in direzione dei tagli. Secondo il segretario del Partito democratico, Enrico Letta, l’occhio di riguardo deve andare ai ceti medio-bassi. “Riduciamo le tasse sul lavoro in modo che ne possa avere un vantaggio l’imprenditore che può assumere spendendo di meno e il lavoratore che ha più soldi in busta paga”.

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