Bitcoin, lo spettro della truffa: occhio a chi li chiedete

Mercato poco regolamentato, inesperienza degli investitori… Bitcoin si presta più di altri strumenti agli influssi sinistri dei truffatori.

Bitcoin truffa
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La crescente influenza di Bitcoin sul mondo dell’economia non ha mancato di portare i suoi contraccolpi. Guardato con sospetto, con qualche scetticismo anche dai più entusiasti sostenitori, lo strumento delle criptovalute è indubbiamente affascinante, tanto che i più accesi fautori di una finanza digitale l’hanno definito effettivamente una variante futuristica alla normale finanza. Eppure, per quanto siano state apportate migliorie soprattutto negli ultimi anni, Bitcoin (così come le altre crypto) continua a subire gli effetti di una mancata regolamentazione e, soprattutto, una facilità di accesso anche ai meno esperti.

Questo, naturalmente, non manca di esporre a rischi. E i pirati della rete lo sanno bene, tanto da aver architettato sistemi sempre più pericolosi in grado, potenzialmente, di mettere in pericolo i nostri risparmi. A lanciare l’ultimo allarme è l’azienda Proofpoint (leader nel settore della cybersicurezza), la quale fa sapere di aver scoperto un nuovo metodo di truffa che, a quanto pare, sarebbe infiltrato proprio nelle piattaforme di scambio delle criptovalute.

Bitcoin, allarme truffa: come funziona l’ultima scoperta

Ancora una volta, il Cavallo di Troia è una mail. E-mail a basso volume per l’esattezza, in grado di incunearsi nei sistemi e provocare danni seri. Bitcoin, in questo senso, si presta alla perfezione: un mercato poco regolamentato, interamente gestito sul web e capace di muovere anche discrete quantità di denaro. Le vittime, in questo caso, vengono informate circa la possibilità di ritirare crypto dal valore di centinaia di migliaia di dollari, da un conto preesistente su delle piattaforme private di investimento Bitcoin. Tutt’altro che autentiche però.

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Qualora si tenti di accedere a tali piattaforme, il risultato sarebbe l’opposto: i propri investimenti sparirebbero. Il processo di scambio è infatti gestito automaticamente e questo consente praticamente l’anonimato al truffatore. Anche perché le due parti intente nello scambio sono molto spesso di Paesi diversi e questo significa che, una volta avvenuto la “transazione”, l’importo scomparso non potrà più essere recuperato. La mancata regolamentazione del mercato e, soprattutto, l’inesperienza degli investitori, favorisce il sottobosco delle truffe in Bitcoin. Paradossalmente, quasi più pericolose dei normali phishing. In alcuni casi, gli inganni partono fin dal momento dell’acquisto. Per questo è consigliabile viaggiare solo su piattaforme famose e dotate di maggior controllo. In attesa che, su questo punto, possa cambiare al più presto qualcosa.

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