In pensione senza contributi? Meglio mettersi l’anima in pace…

Senza contributi versati ci si potrà anche scordare di percepire la pensione. Almeno cinque anni sono necessari e solo in alcuni casi…

Pensione senza contributi
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Negli ultimi anni, il sentore comune dice che per raggiungere la pensione comunemente intesa (ovvero la conclusione naturale dell’attività lavorativa per raggiunti requisiti) occorra davvero una congiunzione astrale particolarmente favorevole. Questo perché, nel migliore dei casi, il calcolo dei contributi (essenziale per accedere al trattamento) inizia a un’età già “tarda” rispetto agli standard di qualche decennio fa. E, naturalmente, qualora non si operi in contesti meglio strutturati, la questione diventa particolarmente difficile, specie per i più giovani.

Il dramma del lavoro non regolamentato contribuisce a rendere estremamente nebuloso il tema pensione. Più tardi si comincia ad accumulare contributi, più tardi si andrà in pensione. Logico. Figurarsi cosa può accadere se un lavoratore, pur essendo impiegato in questa o quella mansione per anni, non ha mai versato nulla. Ma proprio qui sta il punto: l’aver lavorato, pur senza aver maturato alcun montante contributivo, può consentire lo stesso di accedere al trattamento pensionistico?

Pensione senza contributi, perché è impossibile

La cosiddetta “pensione di vecchiaia”, si matura nel momento in cui si raggiungono i requisiti anagrafici e contributivi per la cessazione del rapporto di lavoro. Al 2021, si tratta di 67 anni di età e almeno 20 di contributi versati. Qualora l’inizio dei versamenti risalga al 1996 (e di lì in poi), verrà richiesto l’importo dell’assegno previdenziale come requisito, per un importo pari ad almeno 1,5 volte quello dell’assegno sociale. In pratica, senza contributi versati ci si potrà anche scordare della pensione. Il massimo concesso è il trattamento con almeno 5 anni di contributi, a patto che non siano stati versati prima del 1996.

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In questo senso, la pensione di vecchiaia con i cinque anni potrà essere richiesta soltanto da coloro soggetti al cosiddetto contributivo. Cosa che non avviene per coloro che, al 31 dicembre 1995, avevano già dei contributi versati. Per quanto riguarda la gestione separata, invece, i lavoratori con versamenti in diverse gestioni previdenziali potranno scegliere il computo, ovvero far convergere i vari contributi all’interno della sola Gestione separata. In questo caso, il montante sarà calcolato direttamente con il sistema contributivo. In questo caso, quindi, con soli 5 anni di contributi si potrà comunque richiedere la pensione. Per il cumulo di contribuzione, invece, meglio mettersi l’anima in pace: questo tipo di pensionamento riguarda solo l’anticipo ordinario e il pensionamento di inabilità. Oppure per i superstiti.

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