Gol, il nuovo programma del Governo per chi cerca lavoro: come funziona

Il ministro del lavoro Orlando ha presentato il piano di “Garanzia di occupabilità dei lavoratori” ai sindacati. Di cosa si tratta e cosa prevede nello specifico

Lavoro
Fonte Pixabay

Il problema dell’occupazione rimane sempre in cima alla liste delle questioni da risolvere. Il Governo italiano nonostante la crisi generata dal covid sta provando ad invertire la rotta e a cambiare lo stato cose.

Proprio a tal proposito il Ministro del Lavoro Andrea Orlando ha presentato un nuovo piano ribattezzato “Garanzia di occupabilità dei lavoratori” meglio noto con l’acronimo Gol.

Come funziona Gol, il nuovo sistema del Governo per chi cerca lavoro

Il piano può contare su 4,9 miliardi di euro nel periodo compreso tra il 2021 e il 2025. Gli obiettivi sono quelli concordati con l’Europa, ovvero che entro il lasso di tempo sopracitato siano almeno 3 milioni i beneficiari del provvedimento.

Almeno il 75% deve essere di genere femminile, disoccupati di lunga data, persone con disabilità, giovani under 30 e lavoratori over 55. Di questi circa 800mila dovranno essere sottoposti a formazioni specifiche per poter operare e 300mila saranno indirizzati verso le nuove competenze digitali.

Il ministro ha intenzione di far patire il piano in autunno e vuole includere nella misura anche i lavoratori fragili o vulnerabili, oltre che coloro che beneficiano di Naspi e Dis-coll o di Reddito di Cittadinanza.

I percorsi previsti sono cinque e riguardano nello specifico:

  • Soggetti facilmente occupabili per cui è previsto un reinserimento lavorativo, 
  • Aggiornamento, con interventi formativi di breve durata per adeguare le competenze,
  • Riqualificazione con corposa attività di formazione per avvicinare la persona ai profili richiesti dal mercato,
  • Lavoro e inclusione, che coinvolge i servizi del territorio, educativi, sociali e sanitari di conciliazione,
  • Ricollocazione collettiva, relativo a situazioni di crisi aziendali, dove vanno valutati vari aspetti tra cui il contesto territoriale, lo situazione dell’azienda e la professionalità dei lavoratori. 

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Fondamentale sarà l’apporto dei centri per l’impiego, che per forza di cose dovranno funzionare in maniera più celere rispetto al passato. In linea di massima i beneficiari dovranno accedere ai servizi messi a disposizione dai CPI entro 4 mesi dall’avvio della prestazione.

I sindacati al momento attendono al varco, fiduciosi che qualcosa si stia muovendo ma con le solite giustificate perplessità sulla reale concretezza delle azioni in programma.

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