Reddito di Cittadinanza doppio: i furbetti che truffano due Stati

Un trucco utilizzato da alcune persone e che farebbe leva sull’assenza di controlli. Così si percepisce il Reddito di Cittadinanza due volte.

Reddito cittadinanza estero
Foto © AdobeStock

Nel linguaggio corrente li chiamano “furbetti” ma, in realtà, il loro raggiro va bene oltre quanto è possibile concepire all’ombra di un vezzeggiativo. Il Reddito di Cittadinanza è sempre stata una misura al centro di discussioni ma, quanto accade in alcuni contesti, va bene al di là della semplice mancanza di buona volontà nella ricerca di un lavoro. Alcuni percettori infatti, grazie a un abile inganno legislativo, sono arrivati a incassare il Reddito non solo in Italia ma anche in nu Paese estero. Una suddivisione dei privilegi fra l’Italia e un altro Stato (tendenzialmente il Belgio, ma anche i Paesi Bassi e la Germania).

Un trend paradossale, adottato soprattutto da alcuni percettori in Sicilia che, nella funesta graduatoria stilata dagli esperti in relazione a questa particolare tipologia di furbetti, si piazzano al primo posto. Il Reddito di Cittadinanza, per essere percepito, richiede residenza e comprovata difficoltà economica. Teoricamente, i sussidi statali non sono legati a eventuali domicili e, per questo, non possono essere goduti due volte. Eppure, come si dice, fatta la legge ecco trovato anche l’inganno.

Reddito di Cittadinanza doppio: come fanno i furbetti

Il problema sarebbe proprio nella questione residenziale. Un percettore che si trasferisce all’estero, infatti, è obbligato a iscrivere la propria residenza all’Anagrafe degli italiani residenti all’estero (Aire). Una prassi irrinunciabile ma che, una volta espletata, dovrà essere comunicata dallo stesso interessato, vista l’assenza di controlli in merito e l’assenza di sanzioni in caso di inadempimento. Qualora non scattasse la dichiarazione, senza controlli né eventuali riscontri negativi, i furbetti si ritroverebbero dunque nella condizione di percepire due redditi, poiché sarà sufficiente dimostrare le condizioni di difficoltà economica per fruire di una misura di sussidio anche nel Paese estero in cui si risiede. Senza rinunciare a quello “italiano”.

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Senza gli adeguati controlli, nessuno dei due Paesi si accorgerebbe dell’illecito. Con il risultato che il furbetto del Reddito di Cittadinanza andrebbe a intascarsi potenzialmente un corrispettivo di oltre 2 mila euro al mese. Senza fare praticamente nulla peraltro. Un “protagonista” di un episodio simile ha raccontato la sua esperienza a Repubblica. Ventiquattrenne di Catania, avrebbe scelto il Belgio dietro suggerimento di un parente, ottenendo dei sussidi anche lì dopo alcuni mesi di residenza e lavori in nero. A quanto pare, un episodio tutt’altro che isolato. Certo, fortunatamente i furbetti del Reddito restano una minoranza. Ma questo la dice comunque lunga su come le maglie legislative, in alcuni casi, siano sufficientemente larghe per far passare un inganno.

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