Utilizzo carta di credito di un’altra persona: le conseguenze da non sottovalutare

L’utilizzo della carta di credito di un familiare o amico con autorizzazione può essere considerato un reato. Vediamo in quali casi per non rischiare gravi conseguenze.

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Prestare la carta di credito può sembrare un gesto di poco conto. Eppure, le conseguenze per questo atto di generosità possono riservare amare sorprese. La pratica in questione è molto comune soprattutto tra genitori e figli o moglie e marito. Occorre considerare che non sempre l’atto è legittimo, ci sono dei limiti stabiliti dalla Giurisprudenza che è fondamentale conoscere per non incorrere in un reato.

Cosa stabilisce la Giurisprudenza

Alla domanda sulla legittimità dell’utilizzo della carta di credito da parte di una persona non titolare ma autorizzata ha dato risposta la Giurisprudenza. Nello specifico, vengono sottolineati dei limiti di azione entro cui è possibile usare una carta non propria. Partiamo, però, dalla Legge generale che afferma che usare una carta non propria è un reato punibile con la reclusione da uno a cinque anni e con multe di importi compresi tra 310 e 1.550 euro. Questo perché si presuppone un appropriamento indebito del denaro altrui. Cosa accade se esiste una autorizzazione del titolare?

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Utilizzo carta di credito non propria, quali sono i limiti

La Corte di Cassazione in una sentenza ha stabilito che l’operazione è consentita solamente se si può provare senza alcun dubbio il rapporto vigente tra chi presta la carta e chi la utilizza. In più occorre indicare la circostanza dell’utilizzo e certificare la presenza di una delega.

Rapporto di fiducia, delega e prelievo nei limiti di quanto espresso nella delega stessa sono gli elementi fondamentali per non cadere in un reato. Laddove venisse a mancare anche uno solo di questi elementi, l’azione verrebbe giudicata punibile in quanto considerata reato di indebito utilizzo e falsificazione di carte di credito. Si tratta di un reato contro la fede pubblica che ha gravi conseguenze. Dimostrare la volontà del titolare dalla carta di legittimare il suo utilizzo da parte di un’altra persona è l’unico modo per non commettere reato. In più, deve essere accertata la realizzazione dell’interesse del titolare nell’uso autorizzato della carta da parte del delegato.

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