Antifurto, quanto costa? Come mettersi in sicurezza a meno di 1000 euro

L’impianto d’allarme per l’abitazione non è più considerato un lusso. Sempre più persone sentono la necessità di proteggere i propri beni e le persone care.  Fortunatamente sul mercato si trovano soluzioni per tutte le tasche.

Ladro e antifurto

Naturalmente il costo finale dipende da numerose variabili. A partire dalle componenti elettroniche dell’allarme stesso fino alle eventuali opere murarie necessarie per l’installazione, nonché dalla portata dell’area di sicurezza o della tecnologia usata per la gestione. Infine c’è da considerare la manutenzione ordinaria e straordinaria da effettuare al bisogno.

Ma come si fa a capire se la proposta di un produttore di impianti d’allarme è in linea con le tendenze del mercato, e dunque onesta? E soprattutto, quanti tipi di allarme esistono e come scegliere quello più adatto alle proprie esigenze? Facciamo un po’ di chiarezza e vediamo come fare a risparmiare e proteggersi al tempo stesso.

L’impianto antifurto: come orientarsi nell’acquisto

Tra sistemi d’allarme a telecamere, antincendio o antintrusione, domotica e protezione delle aree esterne o interne, è difficile distinguere quale possa rappresentare la soluzione ideale. Diviene naturale quindi affidarsi a degli esperti del settore che possono individuare con un semplice sopralluogo quali sono i punti deboli e come è meglio intervenire. Ma vi sono delle informazioni utili da sapere che possono tutelare da costi stratosferici. Prima di tutto il fatto che il costo dei componenti elettronici è diminuito di molto negli anni. Quindi non vale più la “scusa” che un impianto abbia costi elevati a causa del fatto che utilizza prodotti “sofisticati”.

Il vantaggio di installare un impianto durante una risrutturazione

Un secondo fattore molto importante da tenere in considerazione è il tipo di fabbricato nel quale si intende mettere l’allarme. Se l’abitazione è in via di costruzione/ristrutturazione, si possono aggiungere sul momento i cavi che servono per far funzionare l’impianto. Se invece è già occupata sarà molto difficile aggiungere all’impianto elettrico esistente il cablaggio per l’allarme. Semplicemente perché non è compatibile e potrebbe causare “disturbi”: in questo caso meglio optare per un sistema wireless, ovvero senza fili.

Antifurto: la differenza tra l’impianto a fili e quello wi-fi

Partendo dalla certezza che tutti i tipi di antifurto ad oggi sono altamente affidabili grazie alle innovazioni tecnologiche, resta da capire se il funzionamento tra impianti d’allarme cablati e radio sia diverso. In realtà, fondamentalmente il processo è il medesimo. Vi è una centralina che riceve i dati dai vari sensori o telecamere posizionati nell’area perimetrale desiderata, e che interviene con avvisi sonori e/o comunicazioni alle Forze dell’Ordine e ai proprietari del fabbricato. Talvolta mette in atto blocchi di porte, cancelli eccetera, la differenza sta nel canale con cui vengono scambiati questi dati, ovvero i cavi oppure l’etere. Esistono vantaggi e svantaggi in entrambe le tipologie di allarmi, ma sull’affidabilità ormai non c’è più quel gap che fino a poco tempo fa decretava i cablati come sistemi più efficienti.

Pro e contro degli impianti d’allarme cablati.

Un antifurto tradizionale offre maggior sicurezza nella trasmissione dei dati, poiché tramite fili non possono subentrare interferenze, al contrario dei sistemi wireless. I componenti singoli hanno costi inferiori a quelli wi-fi di circa un 20% e non vi sono problemi nella loro manutenzione così come nel dover prestare attenzione alle batterie. Di contro, per installare un impianto di questo tipo è necessaria un’attenta progettazione. Se possibile, sarà preferibile eseguire i lavori durante la costruzione/ristrutturazione dell’immobile perché in un edificio abitato si vanno ad aggiungere costi per tracce e scavi e in caso di qualche malfunzionamento, modifica o ampliamento delle funzioni ci sarà sempre da eseguire opere murarie.

Allarmi Wireless: vantaggi e svantaggi

La tecnologia wireless oramai ha raggiunti livelli molto alti e può garantire eccellenti prestazioni. L’impianto d’allarme senza fili può essere installato senza eseguire opere murarie e si adatta a qualsiasi tipo di abitazione/fabbricato. I componenti costano leggermente di più ma si risparmiano soldi in caso di ampliamenti dell’impianto stesso, modifiche e anche in caso di trasloco. Una certa vulnerabilità, tuttavia, e possibilità di interferenze esistono, e oltretutto il cambio delle batterie – anche se sono a lunghissima durata – possono costituire un onere e un impegno fastidioso. Infine, la tecnologia wireless invoglia molto al “fai da te” e l’utente può – in cerca di risparmio – acquistare un antifurto economico “chiavi in mano” che si rivela inadatto o difficile da gestire.

Come funzionano i sensori di un impianto d’allarme e quali opzioni scegliere per la propria abitazione

Prendendo come esempio un appartamento classico con un terrazzo/giardino o una villetta con area esterna recintata, la prima cosa che si installa all’interno dell’abitazione è la centrale. Se cablata, verrà collegata via filo, se wireless saranno necessari controlli per evidenziare eventuali interferenze. In entrambe le tipologie di impianto però, troveremo comunque i sensori di rilevamento di movimento, che grazie a tecnologie innovative riescono a coprire anche ampi spazi in ogni stanza.

Quali sensori di rilevamenteo di movimento scegliere per la propria abitazione

Di sensori ne esistono ovviamente diverse tipologie, e possono garantire coperture che variano dai 2-4 metri fino a 12, e anche fino a 24-70 metri se parliamo di impiantistica industriale. Possono essere a infrarossi e rilevare il cambio di temperatura della stanza oppure a doppio controllo infrarossi/microonde, che rilevano la presenza di un corpo in movimento all’interno dell’area. Il numero di sensori viene stabilito in base al budget ma anche a criteri di pianificazione. Non sono necessari in ogni stanza se si vuole spendere meno, l’importante è che coprano quelle zone classificate come “calde”, ovvero in cui un ladro dovrà per forza passare se vuole cercare refurtiva. Se oltre ai sensori si installano videocamere, il costo, naturalmente, sale. Ogni componente che si va ad aggiungere, come smart key, tastiere, sirene, telecomandi eccetera, fa alzare il prezzo finale dell’impianto.

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Quanto costa un impianto d’allarme cablato e uno wireless

Concludendo, in linea di massima si possono sintetizzare i costi di un impianto base con fili per un appartamento sui 100 metri quadri in questo range. Si parte da un minimo di 3-400€ e si può arrivare a superare i 3.000€ laddove soprattutto è presente anche la videosorveglianza. Manodopera e opere murarie possono costare qualche centinaio di euro.

Come anticipato nei precedenti paragrafi, un antifurto a tecnologia wi-fi costa sostanzialmente meno di un cablato. In commercio si trovano Kit “chiavi in mano” completi a partire dai 2-300€ e si possono spendere per un ottimo impianto anche solo 700-800€. Si risparmiano inoltre le opere murarie e non si sommano costi di manodopera in caso di ampliamenti/integrazioni di componenti aggiuntivi.

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