Tragedia della solitudine, muore in casa fra gli oggetti: chi è l’accumulatore seriale

La donna viveva in casa con un figlio che nessun vicino aveva mai visto. L’appartamento, situato a Milano, era stracolmo di oggetti fino al soffitto.

Polizia accumulatore Milano
Foto © AdobeStock

Una scena tragica quella che gli agenti della Squadra mobile e i Vigili del fuoco si sono ritrovati davanti agli occhi, nel momento in cui la porta di quell’appartamento è stata aperta. Un’abitazione in Via Scarlatti, a Milano, dove una donna di 70 anni è stata trovata priva di vita in mezzo a tonnellate di oggetti, fra polvere, sporcizia e cattivo odore. Accanto a lei, già deceduta da diverse ore, c’era suo figlio. Immobile e con sguardo assente. Un uomo che nessuno all’interno di quel palazzo aveva mai visto.

Una tragedia che lascia smarrimento. Le Forze dell’ordine, aperta a fatica la porta, si sono viste costrette a richiedere l’intervento dei Vigili del fuoco. La casa era ricolma di oggetti, stipati in modo ossessivo fino al soffitto. Un accumulo seriale probabilmente frutto di anni e anni di solitudine, vissuti chiusa in casa assieme a quel figlio di cui nessun vicino sapeva dell’esistenza. Trovato anch’egli in condizioni igienico-sanitarie gravissime. Oggetti di ogni sorta rendevano impossibile ogni movimento e irrespirabile l’aria all’interno dell’appartamento.

Tragedia a Milano: chi è l’accumulatore seriale

Può forse sembrare un paradosso nella società globalizzata, ma la solitudine, molte volte, riesce ancora ad avere la meglio sulle persone. Poche relazioni personali, o comunque sempre meno (spesso anche fra vicini di casa), magari una certa (anche involontaria) indifferenza fra gli uni e gli altri, connessioni più virtuali che affettive, ritmi troppo frenetici… Le componenti del dramma possono essere molte e colui (o colei) affetto da patologie come l’accumulo seriale, finisce spesso per consumare sé stesso in un vortice di depressione e alienazione. Un disturbo di questo tipo si manifesta come un bisogno compulsivo e incontrollabile, che spinge chi ne è affetto ad acquisire quantità di oggetti, sia utili che inutili, fino a saturare la propria abitazione. Compromettendo irrimediabilmente la propria vita domestica.

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L’accumulo di oggetti, come nel caso accaduto a Milano, influisce inevitabilmente sulla salute di chi lo pratica, non solo a livello mentale. L’accatastamento di materiali, in molti casi nella misura di tonnellate, influenza negativamente la mobilità all’interno dell’appartamento, il sonno, la respirazione. Un vero e proprio dramma che, spesso, crea condizioni di alienazione dal resto della società. La casa come un rifugio e, fin troppe volte, luogo di distruzione di sé. Una tragedia dei nostri tempi.

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