Chi non si vaccina deve pagarsi la terapia intensiva: provocazione o legge?

Il tema del vaccino sta lasciando sempre più strascichi. Stavolta a dire la sua è stato l’assessore alla Sanità della Regione Lazio Alessio D’Amato

Vaccino
Fonte Pixabay

In attesa di altre soluzioni per sconfiggere la piaga Covid, il vaccino sembra essere l’unica via di uscita. Dopo una partenza importante con tante persone che hanno aderito alla campagna vaccinale, adesso la situazione sembra essersi arenata.

In Italia al momento ci sono ancora circa 13-14 milioni di persone che non si sono sottoposte al vaccino e tra queste alcune non sembrano intenzionate a farlo. Una presa di posizione che sta generando diversi malumori visto che ormai siamo siamo prossimi alla ripresa delle principali attività.

L’obiettivo è quello di scongiurare nuovi blocchi e chiusure, in modo tale da poter garantire una continuità lavorativa, che fino a prima dell’estate è mancata. Per questo l’assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D’Amato ha lanciato una provocazione in un’intervista rilasciata al Messaggero.

Vaccino, la provocazione di D’Amato: le reazioni del mondo della politica

In pratica, a suo parere chi si batte per fare propaganda anti-vaccinale e finisce in terapia intensiva in un ospedale del Lazio, deve pagarsi le spese per il ricovero. Una sorta di assunzione di responsabilità della propria decisione visto che così facendo si mette in pericolo la libertà altrui.

Un’affermazione forte, che fa seguito a quanto successo nei giorni scorsi con le aggressioni subite da giornalisti e personale sanitario durante le manifestazioni contro il green pass. Per forza di cose le dichiarazioni di D’Amato hanno scatenato una serie di reazioni da parte degli esponenti della politica. 

Tra queste c’è anche quella del presidente di Italia Viva, Ettore Rosato, che si è espresso in maniera contraria rispetto a questa ipotesi: “La sanità deve essere garantita a tutti in egual modo. A questo punto sarebbe più opportuno istituire l’obbligo vaccinale”. 

Sulla stessa lunghezza d’onda il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri, che non vede uno spiraglio per la concretizzazione di questa misura. I medici hanno il compito di curare le persone, nonostante i loro comportamenti in alcuni casi possano essere rischiosi per la collettività.

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D’altronde i numeri sono emblematici. Ben oltre il 90% dei ricoveri in terapia intensiva e i decessi riguardano persone non vaccinate. Un dato che dovrebbe invogliare i cittadini ad sottoporsi al vaccino.

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