Soldi, attenti alla batosta: il Fisco può prelevare dal conto corrente

Brutte notizie per molti contribuenti che rischiano di dover fare i conti con un prelievo coatto sul conto corrente da parte del Fisco. Ecco in quali casi.

Prelievo coatto fisco
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In un periodo storico complicato come quello attuale, complice anche l’impatto del Covid, sono tante le famiglie che si ritrovano a dover fare i conti con una grave crisi economica. Se tutto questo non bastasse, ad aggravare la situazione, vi è il timore di dover fare i conti con alcuni problemi con il Fisco.

In particolare, a destare molta preoccupazione, è il rischio di dover fare i conti con un prelievo coatto sul conto corrente da parte dell’Agenzia delle Entrate. Una situazione che si verifica, purtroppo, molto più spesso di quel che si possa pensare. Entriamo quindi nei dettagli e vediamo cosa c’è da sapere in merito.

Soldi, quando il Fisco può prelevare dal conto corrente: tutto quello che c’è da sapere

In alcuni casi può accadere di ritrovarsi a dover fare i conti con un pignoramento dello stipendio o della pensione da parte dell’Agenzia delle Entrate Riscossione. L’ente, infatti, può emettere una cartella esattoriale che ha forza di titolo esecutivo, per poi diventare  esecutiva e definitiva. Una volta ricevuta la notifica, infatti, bisogna pagare entro 60 giorni.

In caso di mancato pagamento, l’Agenzia delle Entrate può ad appropriarsi della somma di denaro in questione, direttamente dal conto corrente del soggetto interessato. A tal fine è bene sapere che se sul conto corrente del contribuente debitore figurano soltanto somme di denaro derivanti da stipendi o pensioni, l’Agenzia delle Entrate può effettuare il prelievo coatto solo entro determinati limiti.

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Entrando nei dettagli può pignorare fino ad un massimo di un quinto dello stipendio o della pensione, al netto delle varie ritenute fiscali e previdenziali di legge. Tale limite è pari al triplo dell’assegno sociale. Nel 2021, ad esempio, il valore dell’assegno sociale è di 460,28 euro. Proprio per questo motivo è possibile pignorare fino ad un massimo di 1.380,84 euro. In caso di debiti con il Fisco, quindi, si può rischiare di dover fare i conti con un prelievo forzoso da parte dell’Agenzia delle Entrate.

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