Assicurazioni moto d’epoca: la guida completa su caratteristiche e vantaggi

I possessori di veicoli d’epoca sono tantissimi anche in Italia e le regole in tema di assicurazioni moto d’epoca sono certamente vantaggiose per più aspetti. Vediamo in dettaglio

Caschi moto
Fonte Pixabay

Nel nostro paese sono sempre di più coloro che coltivano l’interesse verso modelli di auto o moto di vari decenni fa, tanto che oggi possono dirsi di certo non pochi gli appassionati e i collezionisti che scelgono di custodire con cura nei propri garage mezzi del passato, che per un motivo o per un altro ricordano i tempi che furono o un momento specifico della propria esistenza. L’Italia conta infatti circa 200.000 collezionisti o semplici appassionati di veicoli storici, ma il numero è come accennato, in costante aumento.

Forse però c’è chi non è al corrente di quanto segue. Infatti, anche se il proprietario decide di non circolare con strada con tali mezzi, ma di utilizzarli solo in rari casi, come incontri e raduni ad hoc, deve obbligatoriamente provvedere all’aspetto assicurativo di questi veicoli di lontana origine.

Premettiamo che proprio in tal senso i possessori di moto storiche e d’epoca hanno la facoltà di accedere a particolari agevolazioni sia per quanto attiene ad oneri e tasse (bollo), che per quanto riguarda le polizze assicurative. Ciò in virtù di speciali formule ideate dalle varie compagnie assicurative.

Qui di seguito ci focalizzeremo dunque proprio sull’argomento assicurazioni moto d’epoca, per capire come funziona e cosa è opportuno ricordare. Facciamo chiarezza.

Assicurazioni moto d’epoca: il contesto di riferimento

E’ ben noto a tutti che quello dei motociclisti è un vero e proprio esercito di appassionati, anche in Italia. I modelli sono quelli di marchi che hanno fatto la storia del motociclismo in un paese come il nostro, che è anche terra di motori.

E se è vero che c’è chi non vede l’ora di comprare il nuovo modello del suo marchio preferito non appena questo esce sul mercato, tanti altri hanno un vero e proprio culto per i mezzi a due ruote del passato, appunto le moto d’epoca, conservate con la massima attenzione affinché possano mostrare ancora al meglio il loro stile inconfondibile su strada, magari in qualche raduno.

Dalla carrozzeria alla componentistica del motore, con ricambi originali e tanta passione per il motociclismo, i collezionisti trattano il loro mezzo con estrema attenzione e cautela. Ma debbono anche sapere come funziona la legislazione attinente la circolazione su strada e la responsabilità civile di questi mezzi a due ruote; inclusi i vantaggi che lo Stato, tenendo conto delle moto d’epoca come beni oggetto di tutela, garantisce ai proprietari.

Come vedremo meglio più avanti, una moto per rientrare nella categoria dei veicoli d’epoca deve rispondere ad una serie di requisiti obbligatori.

In linea generale, conta l’età del mezzo: la moto in questione deve avere più di 20 anni di vita ed essere tenuta in condizioni ottime. Non solo: la moto dovrà essere ritenuta interessante da un punto di vista culturale e storico. Fa fede la data di costruzione del mezzo, per stabilire con esattezza l’età del veicolo.

Ma conta altresì l’età del richiedente: per sottoscrivere a proprio nome assicurazioni moto d’epoca l’età minima di colui che fa domanda, deve essere infatti di circa 21-23 anni.

Sulla scorta di tutto ciò, lo step obbligatorio è l’iscrizione del mezzo all’ASI (Automotoclub Storico Italiano): ciò serve a provarne la storicità. E affinchè ciò si verifichi, è richiesto lo step intermedio dell’iscrizione ad un club o un’associazione di veicoli federati con l’ASI.

Assicurazioni moto d’epoca: che cos’è un veicolo d’epoca?

Attenzione alle definizioni, perchè non tutte le moto con diversi anni di vita, sono considerabili moto ‘d’epoca’. Infatti, si tratta di veicolo d’epoca – moto o auto  non fa differenza – laddove l’oggetto sia un veicolo che in virtù della sua anzianità pari ad almeno 20 anni, ha toccato un determinato valore collezionistico.

Questa è la definizione più generale di moto d’epoca, ma bisogna tenere conto del fatto che l’esatta qualifica di “veicolo d’epoca” per una certa nazione cambia di Paese in Paese; e può consentire l’accesso a particolari vantaggi per il proprietario, come succede ad esempio da noi.

Più nel dettaglio, sussistono distinte classificazioni all’interno della definizione generica di “veicolo d’epoca”. Ad es., spesso si indicano come:

  • “antique” quelli costruiti prima del 1904;
  • “veteran” quelli tra il 1905 e il 1918;
  • “vintage” quelli tra il 1919 e il 1930;
  • “post vintage” tra il 1931 e il 1945;
  • “classic” tra il 1946 e il 1971;
  • “post classic” per quelli con almeno vent’anni ma più recenti;
  • “instant classic” in ipotesi di veicoli creati appositamente “da collezione” già all’inizio.

Se il privato possessore di uno di questi mezzi intende firmare un‘assicurazione moto d’epoca, deve anzitutto essere consapevole di avere un mezzo che abbia certe caratteristiche. Chi ha una moto d’epoca sfrutta di una tariffa specifica ad hoc, di solito più vantaggiosa o, in base alla compagnia, una polizza con tariffe bonus/malus speciali.

La possibilità data ai collezionisti di moto d’epoca di accedere a una polizza assicurativa con un prezzo inferiore rispetto alla classica Rc moto, consente loro di circolare con il proprio mezzo ed anche assicurare anche più di una moto storica senza per questo gravare in modo eccessivo sulle proprie finanze.

Che cosa cambia nelle assicurazioni moto d’epoca?

Ultimati gli accertamenti idonei a stabilire che davvero si tratta di moto d’epoca, il possessore del mezzo dovrà provvedere alla spedizione della documentazione alla compagnia assicurativa scelta.

In linea generale si può affermare che per questa tipologia di mezzi, che abbisogna di una precisa polizza, si può sfruttare una serie di agevolazioni dal punto di vista assicurativo. La maggiore, senza dubbio, riguarda il costo, decisamente inferiore rispetto alle polizze tradizionali. I premi sono insomma decisamente vantaggiosi.

Tra gli aspetti positivi anche la classe di merito fissa e la guida libera, che consente di fatto a tutti la possibilità di guidare il mezzo. Per conoscere la cifra esatta da pagare, l’interessato deve semplicemente calcolare un preventivo moto online su una delle principali compagnie assicurative che offrono prodotti ad hoc come, ad esempio, Sara Assicurazioni o Helvetia.

Inoltre, come già accennato, per i collezionisti ossia coloro che hanno la fortuna di avere più di un’auto o di una moto d’epoca, sul mercato vi sono interessanti soluzioni che includono la possibilità di assicurare con un’unica vantaggiosa formula la totalità dei mezzi d’epoca.

Dopo quanti anni un veicolo a due ruote diventa ‘moto d’epoca’? I requisiti

Per legge, una moto può essere ritenuta una moto d’epoca quando ha almeno 20 anni di vita, con l’età del mezzo che è quantificata a partire dalla data di costruzione. Non è in prima battuta considerata dunque l‘età di immatricolazione. Ma attenzione: in mancanza di informazioni certe, invece, la data di partenza considerata è proprio l’anno di prima immatricolazione.

La qualifica di moto storica – non d’epoca, vedremo tra poco la differenza precisa – non è sufficiente per poter accedere alle agevolazioni fiscali previste. Infatti molto spesso è obbligatorio che la moto abbia almeno 30 anni per avvalersi di queste possibilità; le quali includono la riduzione sulla tassa di circolazione e l’esenzione dal pagamento del bollo. Vero è che però da qualche anno, anche le moto d’epoca con un’età compresa tra i 20 e i 29 anni possono contare su diverse agevolazioni speciali.

Per l’articolo 60 comma 2 del Codice della Strada, fanno parte della categoria delle moto d’epoca i motoveicoli cancellati dal PRA perché non più adeguati nei requisiti, nei dispositivi e negli equipaggiamenti alle vigenti prescrizioni fissate per l’ammissione alla circolazione; ma che sono comunque custoditi in musei o in spazi pubblici e privati, ai fini della salvaguardia delle originarie caratteristiche tecniche specifiche della casa costruttrice.

Detti veicoli sono iscritti in un elenco ad hoc, presso il Centro storico del Dipartimento per i trasporti terrestri. La circolazione su strada delle auto e delle moto d’epoca può essere permessa esclusivamente in occasione di apposite manifestazioni o raduni autorizzati; limitatamente nell’ambito dei luoghi e degli itinerari di svolgimento di questi eventi, con idoneo permesso rilasciato dal locale ufficio della Motorizzazione.

In sintesi, sono perciò moto d’epoca i motoveicoli di almeno 20 anni di età (tempo universalmente ritenuto minimo per poter vantare una pretesa di storicità) che non sono più in grado di circolare normalmente su strada. Per questa ragione stati cancellati dal PRA, ma possiedono ancora le originarie caratteristiche tecniche della casa costruttrice e sono iscritti in un apposito elenco del D.T.T. Se possibile, la circolazione delle moto d’epoca può essere ammessa come detto, in caso di manifestazioni e raduni autorizzati.

Moto d’epoca e moto storiche: qual è la differenza?

In base alla normativa in materia, tra moto d’epoca e moto storiche c’è differenza. Infatti, per l’art. 60 suddetto del Codice della Strada le moto d’epoca sono quelle cancellate dal P.R.A. perché destinate alla loro conservazione in musei o locali pubblici e privati. Come sopra accennato, la circolazione su strada di questi mezzi può essere ammessa esclusivamente in occasione di apposite manifestazioni o raduni autorizzati, con speciale permesso rilasciato dal locale ufficio della Motorizzazione.

Invece, le moto di interesse storico sono qualcosa di diverso: sono i mezzi cui è riconosciuta una rilevanza storica o collezionistica certificata. Sono in grado di circolare regolarmente su strada se risultano conformi alle norme del CdS. Per conseguire il certificato di rilevanza storica è obbligatorio però che detti veicoli siano iscritti in uno dei registri di ASI; Storico Lancia; Italiano FIAT; Italiano Alfa Romeo; Storico FMI; siano passati almeno 20 anni dalla data di costruzione; e abbiano mantenuto le caratteristiche di fabbricazione originale.

Assicurazioni moto d’epoca: agevolazioni fiscali

Per le moto d’epoca, non essendo iscritte al PRA e di fatto non circolanti, non occorre pagare il bollo. Le moto di interesse storico, invece, per effetto della legge n. 145 del 30 dicembre 2018, si avvalgono dell’esenzione dal pagamento del bollo se hanno più di 30 anni di anzianità (soltanto se circolanti versano un bollo forfettario dall’importo minimo); mentre se ne hanno da 20 a 29 devono corrispondere soltanto il 50% della tassa automobilistica, purché vi sia il possesso del certificato di rilevanza storica rilasciato dai registri sopra citati. Tuttavia alcune Regioni possono applicare disposizioni diverse da quelle previste dalla legge nazionale, ossia non c’è una regolamentazione unica, valida sempre e comunque.

Non c’è alcuna sanzione pecuniaria in ipotesi di controllo ed eventuale ritardo nel versamento della tassa, ma occorre sempre avere sottomano la ricevuta che attesta il suo pagamento. Inoltre, non sussiste obbligo di pagamento della tassa di circolazione, che non deve essere pagata se il veicolo giace inutilizzato in garage, senza mai circolare su aree pubbliche.

Assicurazioni moto d’epoca: cosa coprono e come funzionano

E’ importante notare che le assicurazioni moto d’epoca (e storiche) coprono i danni involontariamente causati a terzi dalla circolazione del mezzo a due ruote debitamente assicurato; con la possibilità di aggiungere varie garanzie come kasko collisione; furto e incendio; atti vandalici; guasti parziali; infortuni del guidatore; cristalli; eventi speciali e altri ancora. Le garanzie ulteriori che proteggono le moto vintage da possibili danni di varia origine sono assolutamente consigliate , in considerazione del valore economico e affettivo dei mezzi in oggetto.

Le assicurazioni moto d’epoca si differenziano dalla RC moto dei motoveicoli ordinari per diversi aspetti. C’è ad esempio un limite minimo di età per l’intestatario della polizza assicurativa, che è sui 21 e i 23 anni. Come sopra accennato, è regola consolidata quella della formula di guida libera, ampliando la protezione anche se il conducente è persona diversa dall’intestatario della polizza. Non vi è il Bonus Malus (si considera una classe di merito fissa), elemento che fa scattare un considerevole risparmio sul premio annuo, anche del 30%.

Per assicurare una moto d’epoca come tale – e usufruire dunque del costo inferiore – è ovvio che le compagnie domandino copia del certificato che attesta la categoria del mezzo, rilasciato dalle varie associazioni del settore (con le quali spesso hanno una convenzione). Vi è poi da ricordare che ogni compagnia stabilisce parametri differenti, entro cui accordare o meno la tariffa agevolata.

E come accennato sopra – ma giova ricordarlo – un altro vantaggio che interessa soprattutto i collezionisti attiene alla possibilità, prevista da diverse compagnie, di assicurare con un unico contratto più di una moto, a condizioni molto interessanti per tutti i mezzi a due ruote oltre il primo. Perciò chi possiede per es. cinque o sei moto d’epoca può coprirle con l’identica polizza cumulativa, risparmiando assai sul premio da  versare.

Assicurazioni moto d’epoca: come si stipula la polizza?

Ci si potrebbe giustamente domandare quali sono le operazioni da seguire per stipulare concretamente l’assicurazione moto d’epoca. Ebbene, gli step prevedono anzitutto che il mezzo sia debitamente immatricolato e poi che sia iscritto presso il registro dell’ASI (Automotoclub Storico Italiano) o presso la FMI (Federazione Motociclistica Italiana).

Lo ricordiamo nuovamente: è necessario che il mezzo abbia almeno 20 anni d’età; inoltre deve essere in regola con il tesseramento e con le essenziali revisioni periodiche obbligatorie, da ripetere ogni biennio. Conta come accennato anche l’età del titolare della polizza.

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Assicurazioni moto d’epoca: con quali modalità si può iscrivere il mezzo all’ASI o alla FMI?

Per quanto attiene all’ASI, l’iscrizione può essere domandata da chiunque sia in possesso di una moto d’epoca con almeno 20 anni di vita. L’ASI consiste in una federazione nazionale e ad essa si appoggiano vari club con sedi che sono localizzate in lungo e in largo nella penisola. C’è una quota complessiva da versare per il tesseramento all’ASI che si aggira attorno ai cento euro.

Se l’interessato intende effettuare l’iscrizione al registro storico FMI, ad esso può iscrivere esclusivamente le moto che siano in buono stato di conservazione o ben restaurate. In particolare, c’è una commissione ad hoc che valuta le richieste di iscrizione e conserva il diritto di non concederla alle moto non conformi all’originale.

Più nel dettaglio, sussistono iter diversi a seconda che il veicolo a due ruote sia munito di regolare targa e libretto di circolazione nazionale, con dati tecnici esatti e corrispondenti al mezzo, e non dismesso dalla circolazione; e per i motocicli con targa e libretto di circolazione nazionale ma radiati d’ufficio dal PRA; nonché per i motocicli senza regolare libretto di circolazione nazionale e per i motocicli muniti di targa e libretto di circolazione nazionale, ma con dati tecnici sbagliati o non conformi al mezzo.

Come abbiamo già ricordato, le assicurazioni moto d’epoca sono caratterizzate da una sola classe di merito per tutti i veicoli. E c’è un tariffa fissa sulla scorta dell’anzianità della moto. Ecco perchè è possibile non applicare la cd. formula bonus/malus.

I prezzi delle assicurazioni moto d’epoca sono più economici, anche perchè il premio assicurativo non sale anche in ipotesi di incidente.

Come si ottiene il Certificato di Rilevanza Storica e Collezionistica?

Per conseguire il Certificato di Rilevanza Storica e Collezionistica è obbligatorio contattare uno dei registri ufficiali. Ad es., in ipotesi dell’ASI, si può domandare il modulo per l’iscrizione al registro ad uno qualsiasi dei club federati. Inoltre, occorre allegare le foto richieste che comprovino l’esatto aspetto del mezzo; i documenti ulteriori richiesti (come ad es. quelli comprovanti il primo anno di immatricolazione); i dati inerenti la composizione meccanica del mezzo (ad esempio l’eventuale sostituzione di uno o più pezzi che compongono la moto).

La commissione tecnica specializzata verificherà l’autenticità storica del mezzo a due ruote, decidendo o meno per il riconoscimento sulla scorta di vari elementi (natura del motore; somiglianza del telaio e della carrozzeria alla forma originale; forma degli interni ecc.). Il CRS è rilasciato a costo zero, in ipotesi di parere positivo da parte della commissione, entro un massimo di alcune settimane.

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