Ossido di etilene, ora è allarme rosso: mai così tanti richiami

Troppi prodotti contaminati da quantitativi di ossido superiore al consentito. Una situazione che richiederà nuove regole a livello europeo.

Supermercato ossido di etilene
Foto © AdobeStock

Non si vede né si sente, almeno a livello sensoriale. L’ossido di etilene, tuttavia, in quantità esagerate può comportare diverse problematiche nel momento in cui lo si ingerisce. Per questo, negli ultimi mesi, il Ministero della Salute ha disposto il ritiro di numerosi prodotti poiché ritenuti contenenti la sostanza oltre i livelli di guardia. Una procedura standard se non fosse che, nell’ultimo anno, il team ministeriale e i supermercati abbiano disposto il ritiro di prodotti in un quantitativo ben oltre il pronosticabile. E non è un caso che riguarda solo il nostro Paese.

In Francia la situazione non è molto dissimile. Tanto che l’Europa ha già disposto una nuova politica per quanto riguarda l’ossido di etilene, portando la percentuale fin qui consentita (0,05 mg/kg) allo zero. Nel senso che, fra poco, tutti i prodotti che contengono tale sostanza anche in minima parte non potranno più essere venduti. Va ricordato che l’ossido di etilene viene usato in forma di pesticida e, per questo, può essere riscontrato all’analisi di alcuni prodotti.

Ossido di etilene, troppi prodotti ritirati: pronta una nuova politica

Mentre l’Unione europea ripensa la politica di tolleranza rispetto ai quantitativi di ossido di etilene, il listone dei prodotti ritirati nel nostro Paese si è allungato ben più del previsto. Il più delle volte si tratta di cibi provenienti dall’estero (soprattutto dall’India quando si tratta di materie prime) ma comunque presenti sui nostri scaffali. E la strategia del ritiro ha prodotto, alla fine, un vero e proprio allarme. Anche perché, come detto, avere a che fare con quantitativi eccessivi di ossido di etilene può portare conseguenze serie: da sensazioni di vertigine e mal di testa a convulsioni e addirittura colpi apoplettici.

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I prodotti ritirati sono stati di varia natura. Molti, peraltro, negli ultimi due giorni. Si tratta perlopiù di confezioni di yogurt presenti in note catene di supermercati (ad esempio Carrefour) i quali, come detto, lavorano in sinergia con il Ministero della Salute per ritirare i prodotti una volta individuati. Cosa che non è sempre avvenuta in Francia, dove alcuni prodotti con quantitativi di ossido di poco superiori al consentito, anziché essere ritirati sono rimasti sugli scaffali. Per questo l’Europa lavora a un nuovo programma, con l’obiettivo di eliminare il problema alla radice. L’elenco completo dei prodotti soggetti a richiamo è visionabile nel portale dedicato del Ministero. Tutti i lotti richiamati, se già acquistati, possono essere restituiti presso il punto vendita. Lì sarà inoltre possibile procedere al rimborso.

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