L’assegno di mantenimento non va in vacanza: cosa succede a chi non lo versa

Anche durante le ferie estive, l’assegno di mantenimento dovrà essere versato. In caso contrario, le conseguenze potrebbero essere spiacevoli.

Assegno di mantenimento
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Andare in vacanza non significa sospendere contemporaneamente tutti i doveri. Anzi. Ne esistono alcuni che, persino durante il periodo corrispondente alle ferie, decidono di accompagnarci, sotto forma di obblighi regolamentati a norma di legge. E’ il caso dell’assegno di mantenimento, sostegno che un coniuge elargisce per coadiuvare la crescita di un figlio e, in alcuni casi, lo standard di vita del proprio ex, sempre in relazione al figlio. Un obbligo che, come detto, decisamente non va in vacanza.

Sia durante le ferie estive che quelle invernali, infatti, colui che corrisponde l’assegno di mantenimento è tenuto a emetterlo regolarmente, così come avviene per tutti gli altri mesi dell’anno. Un dubbio tuttavia sorge, dal momento che durante le ferie estive, nella maggior parte dei casi, il periodo di affidamento di un minore viene diviso, allargando l’apporto del cosiddetto mantenimento diretto per il genitore che provvede al mantenimento. Questo però non toglie che il contributo debba continuare a essere versato.

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Assegno di mantenimento, perché è corrisposto anche in estate

Il motivo, come spiegato dall’avvocato Marzia Coppola su Libero, è semplice: l’assegno non copre esclusivamente le spese alimentari ma tutti i costi di gestione ordinaria della vita del figlio. I quali, solitamente, riguardano l’intero anno. La suddivisione in mensilità non è altro che una scelta adottata per alleggerire l’aggravio sulle spalle del genitore responsabile del mantenimento. Questo, tuttavia, non toglie che (previo accordo) i due ex coniugi potranno decidere la sospensione perlomeno per il mese in cui il figlio resta di più con il genitore che emette il mantenimento. Si tratta però di un’eccezione alla regola.

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In alcune circostanze particolarmente rilevanti, si potrà tentare di rivolgersi al giudice, per far sì che sia lui a provvedere a un’eventuale sospensione. O meglio, a una diversa ripartizione. Va comunque ricordato che si tratta di casi estremamente circostanziati e che, perlopiù, la strada seguita è quella descritta dalla giurisprudenza in materia. L’assegno di mantenimento dovrà quindi essere corrisposto a prescindere dalla lunghezza del periodo in cui si tiene la custodia del figlio. A meno che non vi sia preciso provvedimento del giudice. Omettere il versamento significherebbe incorrere nella violazione degli obblighi di assistenza familiare, ovvero in un reato da codice penale.

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