Conto corrente: quando è al sicuro e non rischia pignoramenti

Vediamo quando un conto corrente non può essere soggetto a prelievi forzosi da parte di banche ed altri creditori 

Conto corrente pignoramenti
Foto: Web

I conti correnti possono essere soggetti a pignoramenti in casi di inadempienza. Questa è di fatto una sorta di legge non scritta inerente questa tematica che però in qualche modo ogni individuo conosce.

Basta depositare una piccola cifra per far scattare la procedura (ogni mese la banca preleva una somma a titolo di commissione). Naturalmente però bisogna analizzare la situazione nel dettaglio per capire in quali situazioni bisogna tenere maggiormente alta la guardia.

Al contempo però esistono delle eccezioni che consentono di rendere inattaccabili i conti correnti. Vediamo quali sono e quando si possono attuare.

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Conto corrente: i casi in cui non è pignorabile

Da precisare che anche un conto Paypal o un conto estero sono soggetti al recupero crediti (anche se sono previsti tempi più lunghi che portano spesso i creditori a rinunciare), così come le carte di credito e quelle di pagamento in generale (anche senza Iban).

In virtù di ciò, quali sono le eccezioni che tengono al riparo i conti dei contribuenti? In pratica sono quelle situazioni in cui è impossibile effettuare tale operazione, come ad esempio il conto in rosso.

Non pignorabili nemmeno le somme depositate sui conti affidati (il fido costituisce un finanziamento, non sono soldi del correntista) e quelle accreditate per i trattamenti degli invalidi. 

Quelli cointestati sono invece pignorabili a metà visto che l’altra metà riguarda un’altra persona. Sui conti dove viene accreditato lo stipendio o la pensione, il pignoramento scatta solo oltre la soglia del triplo assegno sociale (poco al di sotto di 1.500 euro). 

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Insomma, non ci sono molte “scappatoie”. L’ideale è tenere sotto controllo sempre la situazione debitoria onde evitare di incorrere in situazioni spiacevoli, che potrebbero portare a ritrovarsi il conto prosciugato per via dei debiti.

A questo va aggiunto che l’Agenzia delle Entrate è tornata a suonare la carica e non ha nessuna intenzione di lasciar passare questo genere di situazioni.

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