Opzione donna, il boomerang dell’alternativa pensionistica: quanto si perde

Con Opzione donna si va in pensione prima ma non è detto che ci si guadagni. Ecco quanto si potrebbe lasciare per strada.

Opzione donna pensione
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C’è aria di riforma sul tema delle pensioni e il ritorno dell’ex ministro Fornero in veste di consulente del Governo apre nuovi e decisivi fronti di discussione. Tuttavia, prima ancora che i risultati, c’è da aspettare le mosse. I requisiti per l’accesso alla pensione sono cambiati proprio a seguito della discussa riforma dell’allora ministro del Lavoro del governo Monti. E con l’avvento di Quota 100, pensata dalla Lega e approvata dal primo esecutivo a guida Conte, si è offerta solo una variante, già in procinto di andare in archivio.

In tutto questo, esistono anche frange di lavoratori che scelgono di avvalersi di particolari agevolazioni, così da non restare invischiati nelle lungaggini del sistema. Anzi, in questo caso è più corretto parlare di lavoratrici, visto che una di queste agevolazioni è quella di Opzione donna. Ovvero, un beneficio che consente alle lavoratrici di ottenere la pensione a 58 o 59 anni di età, con 35 di contributi.

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Opzione donna: come funziona e quanto “costa”

Tuttavia, per Opzione donna come per altre agevolazioni, scatta sempre un interrogativo, legato a quanto si andrà a perdere a causa del beneficio. Solitamente, si tratta di perdite piuttosto cospicue, dovute naturalmente alla fruizione di un trattamento agevolato. Già di per sé, l’uscita anticipata dal lavoro provoca una minore retribuzione in termini di pensione, oltre a coefficiente di trasformazione e montante contributivo più bassi. Il ricalcolo contributivo fa il resto: la penalizzazione generica deriva dal sistema di calcolo, basato sugli accrediti effettuati al lavoratore piuttosto che sugli ultimi redditi. Naturalmente, la penalizzazione non scatta in modo fisso.

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Per quanto riguarda Opzione donna, la possibilità può essere valida per le lavoratrici con 58 anni di età e 35 di contributi al 31 dicembre 2020. Oppure alle autonome di 59 anni e con 35 di contributi alla stessa data. I 35 anni non possono essere raggiunti attraverso il cumulo di contributi accreditate in diverse casse. Nemmeno l’utilizzo dei contributi figurativi per disoccupazione, malattia o infortunio è considerato valido. La perdita, per Opzione donna, sarebbe legata esclusivamente al sistema di anticipo, che assottiglierebbe l’importo rispetto a un sistema di attribuzione tramite sistema misto, esattamente alla stessa data. Gap che può essere ridotto attraverso la tassazione, anche se in minima parte.

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