Figli in ferie con l’ex coniuge: come funziona se la separazione è “fresca”

Regole, accordi e programmazione: in caso di separazione, meglio non lasciare nulla al caso. Nemmeno quando si tratta di vacanze.

Ex coniuge ferie
Foto © AdobeStock

Quando una coppia incorre nella separazione, le questioni da sistemare sono parecchie. Specie se il tutto è avvenuto da poco. Ad esempio, potrebbe sorgere il problema delle vacanze che, in caso di una separazione ancora un fase di definizione, potrebbe essere realmente un problema. Per questo occorre capire nel dettaglio come regolarsi nel caso ci si trovi in una situazione di questo tipo che, come tutto ciò che correda l’argomento, potrebbe essere decisamente antipatica. L’obiettivo, infatti, è fare in modo che le ferie non diventino motivo per disseppellire nuovamente l’ascia di guerra fra coniugi.

Tuttavia, la situazione pandemica potrebbe in qualche modo livellare al ribasso le occasioni di litigio. I luoghi da scegliere con attenzione, i periodi da centellinare e le procedure anti-Covid da rispettare. Tutto da concordare, tutto da programmare e pianificare in modo che non ci siano nodi che possano riattizzare i tizzoni ardenti della separazione. La situazione, a ogni modo, è già regolata preventivamente: fra coniugi o dal giudice, il periodo dei figli da trascorrere in ferie con l’ex è di 15 giorni. Consecutivi o frazionati.

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Figlio in ferie con l’ex coniuge: tutti i nodi da sciogliere

La condizione essenziale è che l’altro coniuge sia a conoscenza della destinazione. Tuttavia, può subentrare la circostanza in cui, al momento della separazione, sia stato stabilito l’obbligo di comunicazione del periodo anziché del luogo. In quel caso, la mancata informazione non costituirebbe reato. A ogni modo, è questione di onestà comunicare sempre i propri movimenti. Qualora il luogo sia all’estero, occorreranno documenti validi per l’espatrio del minore (rilasciati dalla Questura in caso di minore non ancora provvisto di carta d’identità). Non esistono comunque divieti in tal senso.

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Per bloccare il viaggio, serviranno motivi estremamente solidi e ritenuti fondati anche dal giudice tutelare. Si tratta, ad esempio, di una possibile fuga all’estero con il figlio. Non basterà comunque il sospetto ma serviranno prove solide. La casistica maggiore, comunque, riguarda i rifiuti ingiustificati: ovvero opporsi senza ragioni apparenti alla vacanza del figlio con l’ex coniuge. In questo caso, il genitore in partenza potrebbe presentare ricorso al giudice tutelare. L’ex coniuge proto alla vacanza, a ogni modo, si farà carico di tutte le spese. Come tutte le cose, una pianificazione a lungo termine sarà più utile. Meglio non fare cose all’ultimo momento.

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