Mutuo sospeso, guida all’agevolazione: come funziona per la prima casa

Una misura largamente utilizzata, quella della sospensione del mutuo, durante gli anni della pandemia. Ecco chi può beneficiarne.

Sospensione mutuo
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Solitamente si cerca di evitare di ricorrere a una mossa simile. Tuttavia, possono sopraggiungere delle circostanze complicate, che costringono dei contraenti a richiedere la sospensione della propria rata di mutuo. Qualcosa che è accaduto spesso in tempo di pandemia, quando il rallentamento dell’attività lavorativa ha spinto molti contribuenti, impegnati nel pagamento del prestito per la prima casa, a chiedere alle banche erogatrici di sospendere il mutuo. Una prassi comune, specie da quando l’accesso al mondo del lavoro è diventata una faccenda complicata.

Il decreto Cura Italia ha puntato forte sulle agevolazioni per la casa. La sospensione del mutuo è stata fra le prime a essere presa in considerazione, sia per fornire un aiuto concreto alle famiglie in difficoltà che per pianificare una ripresa catalizzata degli aiuti per l’acquisto con i decreti successivi. Certo, anche prima della pandemia c’era chi faceva ricorso alla misura, magari per perdita del lavoro oppure per impossibilità fisiche nel proseguirlo. Il beneficio può essere fruibile praticamente da chiunque abbia un contratto aperto con un istituto di credito.

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Sospensione del mutuo, chi ne ha diritto

Per quanto riguarda il Cura Italia, le mosse sono state diverse. Innanzitutto il potenziamento del Fondo di garanzia e l’innesco del meccanismo del Fondo Gasparrini, ovvero di solidarietà per il mutuo prima casa per due volte al massimo e per un periodo complessivo di 18 mesi. A patto che il mutuo di cui si richiede la sospensione sia aperto da almeno un anno. Grazie al Fondo, sarà possibile pagare gli interessi comprensivi pari al 50% di quelli maturati sul debito residuo. Detta in questo modo, sembrerebbe che il vantaggio riguardi perlopiù i contraenti che hanno aperto il mutuo da poco tempo.

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Tuttavia, i beneficiari della sospensione sono diversi. Naturalmente, dovranno sussistere condizioni di comprovato disagio economico (temporaneo) che possa ridurre il reddito complessivo della famiglia. Il proprietario dell’immobile è l’unico a poter inoltrare la domanda. L’importo del mutuo non dovrà superare i 250 mila euro, mentre l’indicatore Isee non dovrà andare oltre i 30 mila. Non costituirà un ostacolo l’eventuale ritardo nel pagamento delle rate, a meno che non sia stato superiore a tre mesi consecutivi. Buone notizie anche per autonomi e liberi professionisti. Potranno accedere al beneficio della sospensione del mutuo per un periodo di 9 mesi. A loro, però, si chiede di comprovare una riduzione di fatturato nel trimestre successivo al 21 febbraio 2020, rispetto al medesimo periodo del 2019. Un calo, naturalmente, legato alle restrizioni dovute alle misure anti-contagio.

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