Evasione fiscale, la mission (forse) impossible dell’Agenzia delle Entrate

Il sistema di digitalizzazione rappresenta un aiuto alla lotta all’evasione fiscale ma il tax gap resta elevato. Serve una spinta in più?

Evasione fiscale
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La lotta all’evasione fiscale è stata messa in cima alla lista del governo, fin dall’insediamento di Mario Draghi a Palazzo Chigi. E, a parecchi mesi dall’inizio della nuova esperienza governativa, c’è chi prova a tirare le prime somme. Ernesto Maria Ruffini, direttore dell’Agenzia delle Entrate, interpellato sulla questione dal Corriere della Sera ha spiegato il ruolo dell’ente nel contrasto alle pratiche di evasione, inquadrando il problema sotto un’ottica piuttosto interessante, fra riscossione e privacy. Il nodo sorgerebbe nel momento in cui la pratica di contrasto all’evasione fiscale si incrocia con il digitale e il diritto alla privacy.

Un diritto, quello alla privacy, garantito al cittadino. Così come un dovere è il pagamento delle tasse e l’atto della riscossione da parte dell’ente. L’evasione fiscale, ha spiegato Ruffini, rappresenta “un’indecenza da estirpare” ma anche la tutela del cittadino costituisce una pietra d’angolo nel sistema tributario. Il direttore dell’Agenzia delle Entrate chiede il supporto dei numeri: “Noi abbiamo risorse limitate, siamo 32.000, mentre le partite Iva sono 5 milioni”.

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Evasione fiscale, la questione della privacy

Il tema, a questo punto, è l’incapacità di adeguarsi a un sistema che, fra privacy e digitalizzazione, rischia di ridurre all’osso la capacità di riscossione delle tasse. Il sistema digitale, secondo Ruffini, è la via giusta per la riduzione del tax gap (la differenza tra imposte incassate e quelle incassabili da un regime di applicazione regolare della legislazione). Tuttavia, per quanto efficace, il sistema rischia di procedere a piccoli, se non piccolissimi passi. Il direttore dell’ente ha spiegato che l’evasione “la stiamo scalfendo, non demolendo”, passando dagli 88 miliardi di gap del 2011 ai 79 del 2018.

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Il servizio digitalizzato rappresenta un buon metodo di controllo delle informazioni. Sul piano del cittadino, il sistema legislativo garantisce il diritto alla tutela della privacy, anche se questo non rappresenterebbe una difficoltà sul piano della riscossione. Più complicata la situazione dal punto di vista normativo. La legislazione, in questo senso, secondo Ruffini necessiterebbe di una riforma, anche in virtù di un’assenza di un cambiamento strutturato ormai dall’epoca della Riforma Cosciani a inizi anni Settanta. Un’ipotetica riforma non andrebbe a intaccare la spesa pubblica ma una semplificazione delle procedure, come la suddivisione dei pagamenti specie per le somme di minore entità. Un primo passo ma concreto.

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