Fisco, con questo “trucco” il contribuente può (legalmente) pagare meno

La macchina del Fisco è pronta a rimettersi in moto. Ma fra proroghe e cartelle, spunta anche la variante della prescrizione.

Agenzia delle Entrate Riscossione
Foto: Web

Per qualcuno è arrivata la proroga, per altri il calendario fiscale si tinge di rosso con l’arrivo dell’estate. La mazzata del Covid potrebbe non essere stata l’unica per i contribuenti in stato di debito con il Fisco. Nonostante la pace fiscale, il quantitativo di debito potrebbe scavallare anche gli effetti previsti dalla pax pensata con gli ultimi decreti, che ha mandato in archivio buona parte delle giacenze datate e stipate nei magazzini dell’erario. In questo quadro, capire come accedere agli sgravi fiscali diventa una priorità assoluta, specie per chi è rimasto fuori dal taglio delle cartelle esattoriali.

Niente di illegale naturalmente, ma esiste un modo che consente di ridurre, almeno parzialmente, gli importi dovuti all’Agenzia delle Entrate Riscossione. In realtà si tratta di un vero e proprio diritto riconosciuto al contribuente che si trova in stato di debito e che riguarda l’intervenuta prescrizione, in questo caso in anticipo, di interessi e sanzioni. Il punto riguarda il decorso della stessa, molte volte precedente al termine di prescrizione del capitale. In questo caso, il contribuente potrebbe rivedere al ribasso gli importi dovuti, con un bel risparmio e in modo del tutto legale.

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Fisco, come funziona la riduzione legale del debito

Come detto, il tutto resta assolutamente nell’ambito della legalità e consente di ottenere un importante sgravio sulle cartelle esattoriali, naturalmente in forma parziale. Va detto che la prescrizione del capitale non è la stessa di quella relativa agli aggravi, così come la prescrizione delle imposte varia a seconda della tipologia alla quale è riferita. Per quanto riguarda le imposte da versare allo Stato, si parla di una prescrizione che subentra in 10 anni, valida quindi per Iva, Irpef, Ires e Irap. Le cartelle relative a debiti quali sanzioni amministrative, penali o contributi previdenziali, vedono i termini subentrare nella metà del tempo: 5 anni. Stesso discorso per Imu, Tari e tutte le altre imposte dovute a enti territoriali.

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Unica eccezione, il bollo auto: per quest’ultimo, i termini prescrizione scattano dopo 3 anni. Cinque, infine, per la cartella esattoriale relativa a interessi e sanzioni. E a proposito di questo, trascorsi i cinque anni, il contribuente potrà accedere allo sgravio di quella parte di debito costituita da interessi e sanzioni. In sostanza, se la cartella ha raggiunto un periodo di debito superiore ai cinque anni da quando gli interessi sono scattati, il debitore potrà usufruire di uno “sconto” dal Fisco. Proprio a seguito di subentrata prescrizione. A ogni modo, per ottenerlo bisognerà passare tramite l’ente creditore, presentando ricorso anche all’Agenzia delle Entrate Riscossione o comunque all’ente che ha emesso la cartella. L’autorizzazione passa da quegli uffici lì.

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