Astrazeneca, pioggia di richieste di risarcimento: “i danni morali vanno ripagati”

Più di 10 mila richieste di risarcimento sono già arrivate e tante altre arriveranno dopo l’azione collettiva lanciata dal Codacons. Astrazeneca è alle prese con un’azione clamorosa.

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Le richieste di risarcimento sono più che giustificabili, afferma il presidente Rienzi all’Adnkronos. I soldi non cancelleranno i timori, i malori, le morti causate dalla somministrazione del vaccino Astrazeneca a persone di età inferiore ai 60 anni ma saranno un segnale forte volto a denunciare le contraddizioni e la comunicazione fallace delle istituzioni. Tante persone si sentono tradite e ingannate nel momento in cui chiarezza e sostegno sarebbero dovuti essere gli elementi fondanti dell’azione. E ora si chiede giustizia sotto forma di un risarcimento che può arrivare fino a 10 mila euro.

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La proposta del Codacons è stata subito accolta

Il riscontro alla proposta del Codacons di richiesta di risarcimento per i danni morali subiti da chi, under 60, ha ricevuto una dose (se non due) del vaccino Astrazeneca è stato elevato. Finora sono arrivate circa 10 mila domande e se ne attende un numero ancora superiore.

Il modello di diffida si può scaricare dal portale del Codacons e per chiarimenti è possibile contattare direttamente l’associazione. Tanti under 60, infatti, sentono la necessità di chiedere aiuto per capire meglio la situazione e per procedere, poi, con l’adesione alla proposta di risarcimento.

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Il risarcimento è giustificato?

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L’idea di richiesta di un risarcimento in seguito alla somministrazione del vaccino Astrazeneca è legata al riscontro di danni morali, da rischio e da paura. La comunicazione contradditoria, i via libera prima, gli stop successivi, i timori esposti da chi avrebbe dovuto dare solo certezze rappresentano le basi della richiesta di migliaia di risarcimenti giunti ad oggi.

Rienzi sottolinea come l’azione si basa su note di Giurisprudenza e su precedenti sentenze che hanno riconosciuto un danno da rischio sanitario e hanno concesso un rimborso in denaro. E’ il caso, per esempio, della Corte di Assise di Taranto che ha concesso un risarcimento di 5 mila euro a 50 cittadini esposti a sostanze tossiche.

Secondo la Giurisprudenza, dunque, non occorre che si presenti un danno effettivo alla salute perché venga riconosciuto un danno potenziale per il rischio che si è corso dal punto di vista sanitario.

Le paure che giustificano il risarcimento

Rienzi afferma che il danno subito dagli under 60 è di duplice natura. Da una parte le persone coinvolte hanno paura per quanto accaduto alla giovane Camilla Canepa dopo la somministrazione del vaccino Astrazeneca. Dall’altra parte c’è l’incertezza delle conseguenze che avrà la somministrazione di una seconda dose di un vaccino differente, Pfizer o Moderna.

Secondo il Codacons, nessuna fonte certa garantisce che la sicurezza dei cittadini sia tutelata. L’azione di rivalsa non è nei confronti di Astrazeneca nello specifico ma verso lo Stato, le Asl, le regioni e quanti hanno fornito informazioni contrastanti che hanno lasciato i cittadini a vivere nella paura e nell’angoscia di possibili danni alla salute.

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