Lavoro, i numeri dell’occupazione post covid: le aree e le fasce più penalizzate

Stando al report di Svimez-Enbic i dati dell’occupazione post covid sono abbastanza preoccupanti. Vediamo nel dettaglio come si è evoluta la situazione 

occupazione post covid
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Le ripercussioni della crisi generata dal covid hanno avuto dei notevoli effetti sull’occupazione in Italia. Ad onor del vero già prima dell’avvento della pandemia la situazione non era delle più rosee, ma il tutto è precipitato per via delle varie chiusure e disposizioni anti-contagio.

All’orizzonte poi non sembrano esserci buone nuove, anzi, con la fine del blocco dei licenziamenti dal 1 luglio 2021, molti lavoratori potrebbero essere messi alla porta. I sindacati già da mesi si stanno facendo sentire per scongiurare che il tutto prenda una piega ancor peggiore.

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Occupazione post covid: ecco lo scenario in Italia

Contestualmente dovrebbe giungere al termine anche la cassa integrazione Covid il che rischia di creare un ulteriore disagio per i dipendenti delle aziende che finora si sono potuti rifugiare in questa misura.

Senza considerare queste due scadenze sopracitate, il quadro riportato da Svimez-Enbic (società di consulenza e ricerca) evidenzia un calo piuttosto allarmante per quanto concerne l’occupazione in Italia.

Il trend però non è cambiato più di tanto per quanto riguarda le specifiche categorie, in primis le donne. Soprattutto al Sud hanno conosciuto un ulteriore calo del 3%, a fronte del 2,4% delle dirimpettaie del Centro-Nord.

Numeri ancor più alti per quanto concerne i giovani under 35. Nel meridione addirittura del 6,9% mentre nell’area centro-settentrionale il dato si attesta sul 4,4%.

Dunque anche in questo caso il mezzogiorno ha conosciuto una crisi più accentuata rispetto alla parte alta del Bel Paese. Un dato curioso è quello relativo alla situazione lavoratori dipendenti-lavoratori autonomi. 

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Nelle regioni del Sud sono i primi ad aver subito le conseguenze peggiori in termini di occupazione (-2,3%). In quelle del Centro-Nord hanno avuto un destino più beffardo gli autonomi (-3,6%). 

Passando ai settori nel dettaglio, il covid si è rivelato deleterio soprattutto per nella ristorazione, nel turismo, nella cultura, nel piccolo commercio e nei trasporti. Tutte aree è frequente si presta servizio parzialmente o stagionalmente.

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