Conto corrente, manovra a tenaglia: la mossa che spiazza i risparmiatori

Il conto corrente misura il trend di risparmio degli italiani. ma i costi salgono e anche per le banche non è un buon affare.

Conto corrente
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Forse non è esatto dire che nessuno se lo aspettasse. Certo è che la stretta sul conto corrente arriva abbastanza improvvisa, perlomeno in anticipo rispetto alla tabella di marcia. Naturalmente, un ruolo importante lo ha giocato la pandemia. Diverse banche hanno accelerato il processo di restrizione dei conti correnti, disponendo limitazioni a giacenze troppo elevate e, soprattutto, un aumento dei costi di gestione man mano che l’importo sale e non viene impiegato in strumenti che garantiscano un rendimento. Una strategia di abbattimento dei costi che passa anche dalla lotta al contante in favore dei pagamenti tracciabili.

I numeri parlano chiaro. I costi medi di un conto corrente lievitano fino al +48%, praticamente depennando i vantaggi di un conto a costo zero. A rimetterci, naturalmente, soprattutto i giovani e i pensionati, coloro meno in grado di far fronte a un periodo di crisi economica generalizzata.

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Conto corrente, manovra a tenaglia: le aziende tremano

Venti di cambiamento che si inseriscono in un contesto economico ancora provato dalla pandemia ma che, forse proprio per questo, ha affrettato la messa in opera. Anche la Banca centrale europea ha disposto delle politiche precise per quanto riguarda le politiche di gestione del conto corrente. Anche perché, durante l’emergenza sanitaria, gli importi medi sono lievitati a livelli mai visti, considerando la tendenza al risparmio aumentata sensibilmente all’interno delle famiglie. Il messaggio di Francoforte è stato recepito appieno perlomeno da cinque istituti bancari, pronte all’applicazione della strategia di maggiorazione delle spese.

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Unicredit, Mps e Fineco su tutte. Tutte in clima “bellico” nei confronti della liquidità, tanto che la stessa Unicredit fa fede a un protocollo estremamente ficcante, soprattutto nei confronti delle aziende: penale sullo 0,5% sulle somme liquide, valore massimo 100 mila euro. Questo al fine di limitare il ricorso alla giacenza delle aziende sui conti correnti. Lo stesso vale per Monte dei Paschi di Siena: le imprese che vi poggiano e viaggiano su un eccesso di 1 milione di euro di liquidità, incorrono nello 0,5% di penale. Altri istituti di credito, nel momento in cui il conto supererà i 100 mila euro (per le persone) disporranno lo stop. Un giretto dal consulente forse conviene farlo.

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