La carica dei baby pensionati: assegni incassati da 40 anni

Oltre mezzo milione di pensioni dal 1981 a oggi, conferite a lavoratori andati in pensione a 44 anni di età. Un peso sulle casse dello Stato.

Pensione
Foto © AdobeStock

La categoria è quella dei baby. Quasi un’antitesi considerando che si parla di pensione. Forse non tutti lo sanno ma esiste un bacino di contribuenti che, da oltre 40 anni, percepisce l’assegno pensionistico. Un sistema che, in qualche modo, finisce per assortire un colpo non indifferente alle casse statali. Finora attutito ma, con l’irruzione della pandemia, i dettagli meno edificanti sono venuti fuori tutti. In particolare, si è mosso l’Osservatorio Inps sulle Pensioni 2021, i cui dati confermano come, nelle politiche pensionistiche passate, si è scelto di accelerare il termine dell’attività lavorativa per una serie di contribuenti, creando una divergenza piuttosto ampia col nuovo sistema. Il quale, a oggi, porta a dover raggiungere perlomeno i 67 anni per poter accedere alla pensione.

In pratica, i lavoratori in questione hanno lasciato l’attività di fatto nel pieno delle forze. Questo, naturalmente, in base a determinate prestazioni offerte e in ambiti specifici. Secondo l’Osservatorio dell’Inps, si parla in tutto di 561 mila pensioni erogate da quarant’anni, ovvero dal 1981. Per dare un’idea, si tratta di pensionati dall’età media di 44 anni, lavoratori nel settore del pubblico impiego. Un dettaglio non irrilevante in questo momento, in cui la crisi lavorativa è venuta fuori al massimo dei suoi effetti deleteri.

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La carica dei baby pensionati:

Un sistema che, di fatto, ha creato negli anni una disparità deleteria. Anche perché, negli anni successivi, è stato sviluppato un nuovo impianto pensionistico, che ha lentamente ma inesorabilmente alzato il livello contributivo. Un quadro che, oltre ad innalzare l’età della pensione, ha ritardato l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro. Secondo i dati Inps, sia le pensioni a 40 anni che i prepensionamenti, pur esigui (10 anni), hanno inciso lentamente sul Prodotto interno lordo del Paese. Il disavanzo, secondo l’Inps, a fine 2018 era pari a 7.839 milioni, 7.283 milioni nel 2019 (Rapporto 2021).

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Per quanto riguarda la suddivisione, si parla di pensioni erogate perlopiù in modo anticipato rispetto al percorso regolare, ma anche quelle concesse per la vecchiaia negli anni precedenti al 1981. Al momento, si suddividono così:

  • 423.009 fino al 1980: settore privato;
  • 67.245 le pensioni decorrenti dal 1981: privato;
  • 53.274 nel 1980 e negli anni precedenti: settore pubblico;
  • 17.508 pensioni del settore pubblico del 1981.
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