Cashback, scatta la tagliola: fare i furbetti non conviene (e non conveniva)

Sta per chiudersi il primo semestre del Cashback ordinario. E le misure anti-furbetto iniziano a dare i loro frutti.

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Dopo un Cashback “di prova” e quasi sei mesi di ordinario, ce n’è stato di tempo per adottare le giuste contromisure. Ormai è ufficiale da tempo: fare i furbetti non conviene più. Con la chiusura del primo semestre del programma Cashback ufficiale, infatti, i controlli incrociati per capire dove intervenire e cosa sistemare sembrano aver dato i loro frutti. E non solo. In vista dei mesi estivi, il sistema di monitoraggio è stato ulteriormente rafforzato, proprio a scanso di brutte sorprese. A breve, infatti, è previsto il maxi-rimborso da 1.500 euro per coloro che rientreranno fra i primi 100 mila partecipanti ad aver messo in conto più operazioni.

Il problema è sorto nel momento in cui ci si è accorti del buco normativo che aveva consentito a un numero piuttosto elevato di concorrenti di mettere in cumulo una serie monstre di transazioni. Con la particolarità di averne fatte di piccolissime, tutte insieme, per sostenere un’unica spesa. Una pratica che, pur se ufficialmente non contraria ad alcuna regola (da qui il buco), aveva avuto l’effetto collaterale di mandare in crisi i gestori, soprattutto degli erogatori di carburante. I più bersagliati dai furbetti del Cashback.

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Cashback, scatta la tagliola: controlli a tappeto per il primo semestre

Già qualche settimana fa, erano scattati gli avvisi: controlli a tappeto sulle transazioni ritenute anomale e rischio storno per coloro non in grado di dimostrare eventuali errori. In questa categoria, rientrano appunto quelle transazioni a importo estremamente basso ed effettuate nella scorsa giornata. In pratica, si corre il serio rischio che molti “scalatori” al maxi-premio si vedano improvvisamente ruzzolati a valle. E proprio a un passo dal traguardo. E’ infatti estremamente improbabile che qualcuno degli attenzionati possa dimostrare degli errori su uno stock così ampio di transazioni.

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Molti di questi, infatti, potrebbero rientrare nella categoria dei cosiddetti furbetti del Cashback. Vanificando così tutta la corsa. Una strategia adottata dal governo anche per rispondere alle critiche mosse al sistema, che aveva trasformato (a detta di molti) il piano di rimborso in una sorta di gioco a premi. Va ricordato che la classifica può essere monitorata sull’app IO, quella che regola l’intero sistema Cashback. L’ultimo aggiornamento parla di un minimo di 463 transazioni eseguite dall’1 gennaio per riuscire a ottenere il super-rimborso. Ma chissà che la classifica non possa essere rivista.

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