Chef e camerieri non lavorano più: “Pagateci il giusto”

Sempre più difficile assumere camerieri, ma anche cuochi, il problema è che spesso sono sottopagati e sfruttati

Cameriere (Fonte foto: web)

Sarà colpa del Reddito di Cittadinanza? Forse i datori di lavoro per troppi anni sono stati abituati male, scambiando la necessità di lavorare col diritto di sfruttare i dipendenti. Ebbene, questi si sono oggi ribellati ed assumere bagnini, camerieri o cuochi è sempre più difficile. Se da una parte gli imprenditori lanciano l’allarme, le migliaia di contratti stagionali scaduti hanno provocato diversi effetti, tra cui quelli dei lavoratori che hanno tentato fortuna in altre categorie.

Ora è di moda dire che la gente non vuole lavorare ed intascare i bonus, ma a quanti imprenditori farebbe piacere il salario minimo proposto dal M5S? “I lavoratori stagionali sono sfruttati al di là di ogni limite, non hanno nessuna rappresentanza”, è la risposta dei sindacati.

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In che condizioni lavorano camerieri ed affini

Secondo il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, la questione sarebbe già risolta. Se molti albergatori hanno difficoltà a trovare personale è colpa del Reddito di Cittadinanza, perché i dipendenti avrebbero fatto bene i conti: 700 euro di Reddito più qualche lavoretto per arrotondare, senza necessità di “alzarmi alle 6 del mattino”. C’è anche un’altra cosa da dire, e cioè che prima della pandemia il settore turistico andava abbastanza bene. tra il 2018 e il 2019 il lavoro dipendente nel settore turismo era aumentato di quasi 58mila persone, secondo Federalberghi.

Ad ogni modo, l’altra parte della medaglia, è rappresentata dal presidente dell’Associazione Nazionale Lavoratori Stagionali, Giovanni Cafagna, che spiega: “In tv ho sentito un ristoratore lamentarsi di non riuscire ad assumere e offriva un contratto di 900 euro al mese. Ma lo stipendio base di un cameriere in base agli accordi di categoria dovrebbe essere di 1.400 euro”. In più secondo il sindacalista, a peggiorare le cose sarebbe stato l’avvento della Naspi, che intanto vede allargare la sua platea grazie al Decreto Sostegni.

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I sindacati fanno sapere che i lavoratori stagionali posseggono contratti che non vengono quasi mai rispettati. Le 40 ore prestabilite a settimana sono ampiamente superate e tra salario ed ore, si finisce per farsi assumere per 70 ore lavorative a settimana circa. Intanto, anche l’Inps, attraverso il proprio rapporto annuale sul mondo del lavoro, sottolinea che effettivamente quello delle paghe basse sia un vero problema che attanaglia il Paese. Cafagna, conclude il suo discorso affermando che dare la colpa ai bonus corrisponderebbe solo al falso, mentre piuttosto bisognerebbe cercare le cause altrove.

“La diffusa irregolarità nel settore, il diffondersi del sistema di applicazione di ‘contratti pirata’, un’elevata precarizzazione del lavoro – Afferma il sindacalista, ed ancora – il ricorso al ‘lavoro in appalto’ con l’utilizzo di personale non assunto direttamente dall’impresa ma fornito da terzi ed ulteriormente sottopagato“.

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